Massimo Ghini

Ennio Doris – C’è anche domani, “la mia banca è differente”

Ennio Doris – C’è anche domani, di solito si girano film su spietati banchieri, pieni di avidità vedi il leggendario Gordon Gekko (interpretato da Kirk Douglas) di Wall Street di Oliver Stone, dove il leggendario discorso sull’avidità nel sequel viene riportato molto spesso da esperti della finanza o conduttori radiofonici di programmi di economia.
La pellicola in oggetto è un classico biopic ben realizzato da Giacomo Campiotti e tratta dalla biografia dello stesso Doris.
C’è anche domani  crea un assonanza con il campione d’incassi della Cortellesi è solo un caso del resto il libro pubblicato nel 2014 aveva proprio questo titolo,  la storia di questo banchiere etico, gentile sembra quasi irreale, film distopico si scrive di questi tempi, e invece ci troviamo davanti ad un’opera che non fa altro che condensare in 120 minuti il libro (edito da Sperling & Kupfer) con la storia vera e semplice di uno dei tanti italiani geniali che hanno fatto la fortuna nel nostro paese come Adriano Olivetti per citarne uno. Dobbiamo dare atto al fondatore di Mediolanum di aver lasciato la eredità nelle solide mani del figlio Massimo  e della famiglia, ma la risposta sincera che riceverà lo spettatore è semplicemente Sì la sua banca  è differente, e se qualcuno dopo la pellicola penserà di affidare i suoi risparmi a questa azienda, crediamo che non faccia male, e ci scusiamo per l’etica professionale che in realtà non ci permetterebbe di fare in modo così smaccato pubblicità, ma tutto nasce da una data: venerdì  12 settembre 2008.
Il fallimento della Lehman Brothers e la crisi finanziare del 2008 a causa di prodotti finanziari totalmente “tossici”, una storia che viene ben raccontata in nel film televisivo di Curtis Hanson Too Big too Fail – il crollo de giganti (2011) e La grande scommessa di Adam Mckay (2015) che con una commedia ricostruiscono l’incredibile vicenda. Ennio lo aveva previsto, e quando la crisi investe oltre undicimila clienti che hanno i loro soldi investiti nei prodotti della banca, rischiano di perdere tutto, anzi perdono tutto.
Ennio decide contro il parere degli avvocati che dicono non è possibile farlo, di restituire di tasca propria le perdite, per un totale di oltre 120 milioni euro a cui contribuirà lo stesso Silvio Berlusconi e, forti del fatto di essere gli azionisti totali come il figlio Massimo ha spiegato durante la presentazione della pellicola, nel giro di tre mesi i clienti potranno recuperare il loro investimento. «E’ la più costosa operazione di marketing che abbiamo mai fatto», racconta Massimo Doris con le parole del padre, confessando che poi l’anno dopo la società raggiunse risultati mai visti con una crescita esponenziale.
Si potrebbe sintetizzare con questa operazione la vita di Ennio e lo stesso regista ha deciso di partire da questo episodio all’inizio del film (una banca che restituisce i soldi ai suoi clienti…) per raccontare con una serie di flashback la vita di un uomo  nato  in un piccolo paese della provincia veneta (Tombolo), da una  famiglia povera che diventa prima venditore porta a porta della Banca di Padova, poi fondatore di Mediolanum, rivoluzionando il concetto di banca, e realizzando con suoi family banker quello che ora le banche, chiudendo filiali e licenziando persone tentano di fare con l’online, perdendo in realtà il contatto umano.
Prodotto da Movie Magic International e da Medusa, il film, tratto dal romanzo biografico della pellicola uscirà in più di 150 sale come evento speciale il 15, 16 e 17 aprile.
Per Massimo Ghini che interpreta Ennio è la storia straordinaria di un uomo che lui non conosceva, che associa anche Enrico Mattei, il fondatore dell’ENI, un ruolo interpretato in precedenza. Per Lucrezia Lante della Rovere, nel ruolo della moglie Lina, colonna portante di Ennio, confessa che quando ha letto la sceneggiatura credeva di trovarsi davanti ad un’opera di fantasia: un matrimonio duraturo, niente tradimenti, un banchiere che aiuta le persone, l’attrice ha riconosciuto di essere stata ben lieta di aver potuto interpretare questa donna che assieme al suo uomo hanno saputo guardare al futuro.
In conclusione, la pellicola merita davvero di essere vista soprattutto dai più giovani per conoscere il lato buono del nostro paese e forse ripensando che il suo socio era il cattivo per eccellenza della politica italiana ci lascia immaginare che davvero c’è anche domani per celebrare ancora la figura di Ennio Doris e rivalutare il suo socio.