Ghostbusters – Minaccia glaciale: freddezza da acchiappafantasmi

Prima che si passi ad una subito movimentata situazione nel mezzo del traffico newyorkese, è un prologo ambientato nella Grande mela del 1904 ad aprire Ghostbusters – Minaccia glaciale, che, nelle sale cinematografiche italiane a partire dall’11 Aprile 2024, a tre anni da Ghostbusters – Legacy di Jason Reitman riporta sul grande schermo gli acchiappafantasmi più famosi della Settima arte.
Ma, a differenza di quel sequel/reboot immerso in una scenografia rurale, qui si ritorna in spazi urbani: precisamente nell’iconica caserma dei pompieri dove tutto ebbe inizio nel 1984, ai tempi di Ghostbusters (Acchiappafantasmi) di Ivan Reitman.
Caserma in cui, agli originali Dan Aykroyd, Hernie Hudson, Bill Murray e Annie Potts, si affianca la nuova squadra che abbiamo conosciuto tramite il lungometraggio precedente, costituita da un insegnante dal volto di Paul Rudd, da Logan Kim e dalla famiglia Spengler, ovvero la mamma Carrie Coon e i figli Finn Wolfhard e Mckenna Grace.
Combriccola cui è destinato ad unirsi un Kumail Nanjiani capace a quanto pare di controllare il fuoco; mentre, come il titolo stesso lascia intuire, è una imminente seconda era glaciale a minacciare il mondo in seguito alla scoperta di un antico artefatto.
E, co-sceneggiatore del film insieme al già citato Jason Reitman, al timone di regia Gil Kenan – autore, tra l’altro, del mediocre remake di Poltergeist – Demoniache presenze – non si limita altro che a disseminare nostalgicamente camei e omaggi legati al dittico degli anni Ottanta, compreso il mitico spettro della biblioteca.
Senza contare una videocassetta di Cannibal girls, pellicola d’esordio del sopra menzionato Ivan Reitman, cui questo Ghostbusters – Minaccia glaciale è dedicato; man mano che fanno la propria entrata in scena sia l’immancabile Slimer che i mini cloni dello Stay Puft Marshmallow Man.
Quindi, tra una statua di leone che prende improvvisamente vita e il coinvolgimento del fantasma di una ragazza morta bruciata, la lenta evoluzione narrativa punta esclusivamente a generare la lunga attesa nei confronti dello scontro finale.
Scontro a dire il vero neanche troppo emozionante, al culmine di un tassello che, dispensatore di un’ultima sorpresa posta durante i titoli di coda accompagnati dalla storica Who you gonna call? di Ray Parker Jr., pur lasciando probabilmente soddisfatti gli irriducibili fan ghostbustersiani non fatica nel risultare a tutti gli effetti… freddo! Un po’ come lo fu nel 1989 Ghostbusters II (Acchiappafantasmi II).