“Dream scenario – Hai mai sognato quest’uomo?”: il Nicolas Cage onirico

Prodotto, tra gli altri, dall’Ari Aster regista di Hereditary – Le radici del male, Midsommar – Il villaggio dei dannati e Beau ha paura, Dream scenario – Hai mai sognato quest’uomo? è il titolo che segna il debutto alla direzione di un lungometraggio in lingua inglese per il cineasta di Oslo Kristoffer Borgli.
Nelle sale cinematografiche italiane a partire dal 16 Novembre 2023, un’opera seconda che, un anno dopo l’anti-storia d’amore tossica e disfunzionale Sick of myself, affronta in maniera differente l’argomento già al centro di quell’esordio: la fama.
Infatti, se in quel caso avevamo una bella e giovane donna che otteneva il successo sui social media dopo essersi sfigurata, qui abbiamo un anonimo professore universitario che, marito e padre di famiglia, sembra essere destinato a diventare famoso dal momento in cui comincia ad apparire in maniera misteriosa nei sogni di milioni di perfetti sconosciuti.
Sogni che non mancano neppure, in determinate occasioni, di manifestare connotati horror (perfino con accenni di splatter); tanto che, se da un lato viene citato verbalmente il signore degli incubi Freddy Krueger della saga Nightmare, dall’altro fa anche una fugace apparizione una versione del suo inconfondibile guanto artigliato.
Ma, con un ottimo Nicolas Cage nei panni del protagonista e una folle idea di partenza che non avrebbe probabilmente sfigurato neppure in un lavoro di Michel Gondry, non intende essere certo un film mirato a spaventare lo spettatore Dream scenario – Hai mai sognato quest’uomo?; bensì una parabola in fotogrammi relativa all’ascesa e al declino di un uomo qualunque in un terzo millennio in cui, appunto, chiunque sembra poter diventare una celebrità per poi finire presto nel dimenticatoio.
Perché è proprio ciò che accade all’insegnante in questione, dapprima capace addirittura di attirare l’attenzione di due entusiastici dirigenti del branding interpretati da Michael Cera e Kate Berlant, il cui obiettivo è monetizzare sullo stato di celebrità da lui raggiunto, poi di trasformare i sogni nel loro esatto opposto, ovvero in incubi.
Con la risultante di una oltre ora e quaranta di visione che, non eccelsa ma sufficientemente accattivante e godibile, poggia in particolar modo sulle buone prove sfoggiate da un cast comprendente, nel mucchio, Julianne Nicholson, Tim Meadows e Dylan Baker.

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