Una commedia pericolosa: mai dire Mao

Se i titoli di testa fanno il verso a James Bond il motivo è semplice: il protagonista di Una commedia pericolosa – nelle sale cinematografiche a partire dal 30 Agosto 2023 – è il Maurilio Fattardi che, responsabile della sicurezza che si fa chiamare Agente Mao, sogna di diventare un addetto dei servizi segreti da quando, appunto, da bambino vide al cinema un film di 007.
Il Maurilio Fattardi cui concede anima e corpo un ottimo Enrico Brignano che viene per la seconda volta diretto da Alessandro Pondi, regista di Chi m’ha visto e School of mafia.
L’Alessandro Pondi che, ispirandosi dichiaratamente alle pellicole riguardanti la Pantera rosa e al super classico del thriller La finestra sul cortile di Alfred Hitchcock, lo rende protagonista di un intrigo destinato a partire dal momento in cui, spiando i condomini dal suo appartamento romano, avverte che la bella hostess di linea Rita alias Gabriella Pession, residente di fronte, è in pericolo e, a quanto pare, prossima ad essere uccisa.
Un intrigo nient’affatto male che, tra l’altro, con la donna stessa che si ritrova ad affiancare proprio Maurilio, il quale la credeva morta, tira in ballo Fortunato Cerlino nei panni del commissario La Neve e una Paola Minaccioni femme fatale in quelli di Francesca.
Oltre a Niccolò Senni, Marco Zingaro e Leandro Amato, anch’essi al servizio di una struttura narrativa tutt’altro che classica che, sfruttando una divisione in capitoli, non manca ovviamente di tirare in ballo occasioni per ridere; dalla gag con ladro presso la Coin a quella del parcheggio.
Perché, un po’ come ai tempi della serie televisiva Don Tonino interpretata da Andrea Roncato e del Delitti e profumi con Jerry Calà, è nell’ambito della commedia poliziesca in salsa thriller che si colloca l’operazione.

Gabriella Pession in una scena del film

Un filone molto poco cavalcato nel panorama in fotogrammi italiano e che, dunque, ci spinge ad accogliere benevolmente Una commedia pericolosa anche a causa della coraggiosa scelta di distaccarsi dagli stilemi tipici della produzione nostrana leggera d’inizio terzo millennio.
E Pondi, affiancato in fase di sceneggiatura dal fido Paolo Logli e supportato dalle musiche proto-Bernard Herrmann realizzate da Cris Ciampoli, confeziona senza alcun dubbio quella che è la sua migliore prova dietro la macchina da presa, grazie anche al buon ritmo che la scandisce.

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