“Resident Evil – Welcome to Raccoon City”: ritorno alle origini del cineVgame zombesco

Dove eravamo rimasti? Dunque, sotto la regia del Paul W.S. Anderson che aveva iniziato nel 2002 il franchise tratto dalla popolare serie di videogiochi targati Capcom, eravamo rimasti, anzi, approdati nel 2016 a Resident evil – The final chapter, che poneva una volta per tutte fine alle frenetiche imprese della agilissima Alice interpretata da Milla Jovovich e dei suoi compagni d’avventure.
A cinque anni di distanza, con Anderson coinvolto soltanto nella produzione esecutiva la saga effettua un reset completo e, ignorando quanto raccontato nei sei lungometraggi precedenti, ricomincia del tutto da capo attraverso Resident evil – Welcome to Raccoon City, sceneggiato e diretto dallo stesso Johannes Roberts che si è occupato, tra l’altro, dei due shark movie 47 metri e 47 metri – Uncaged.
Quindi, molto semplicemente la trama tira di nuovo in ballo la ormai morente città del Midwest suggerita dal titolo, un tempo sede del colosso farmaceutico Umbrella Corporation e ora landa desolata sotto la cui superficie si annida un male pronto ad essere liberato.
Colosso farmaceutico dietro cui si nasconde una verità che alcuni sopravvissuti si trovano a cercare di scoprire, pronti ovviamente ad armarsi per poter affrontare il peggio.
Ma, a differenza di quanto mostrato nei passati Resident evil, sebbene non risultino assenti spettacolari momenti come quello dell’esplosivo schianto dell’elicottero, tra una Jill Valentine incarnata da Hannah John-Kamen e i Claire e Chris Redfield dai volti di Kaya Scodelario e Robbie Amell non si punta affatto all’azione a tutti i costi.
Roberts, infatti, privilegia una lenta evoluzione della vicenda, favorendo l’aspetto horror già a cominciare dalla sequenza d’apertura ambientata in orfanotrofio, in modo da far dimenticare il look da videogame da grande schermo conferito dalla regia andersoniana. E, tra cupa fotografia, infetti zombeschi che riescono nell’impresa di risultare realmente inquietanti e l’entrata in scena di mostruose creature assortite, mette in piedi un reboot il cui maggiore pregio risiede nella capacità di rievocare in maniera più che fedele le avvolgenti atmosfere che caratterizzarono negli anni Novanta i primi appuntamenti con l’epopea videoludica.
Perché, per il resto, con Tom Hopper, Donal Logue e Neal McDonough inclusi nel cast e un’ultima sorpresa collocata durante i titoli di coda, privo di sequenze in grado di rivelarsi particolarmente memorabili Resident evil – Welcome to Raccoon City altro non manifesta che i connotati di un semplice prologo ad una nuova sequela di cineVgame di derivazione capcomiana… pur non lasciando affatto delusi i fan.

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