In questi ultimi anni, la pinsa è diventata un vero e proprio fenomeno della gastronomia. Le sue caratteristiche sono uniche e il sapore è inconfondibile. L’impasto è leggero e la sua versatilità conquista anche i palati più esigenti.
Senza dubbio è un tipo di piatto che può essere presentato in ogni occasione trasformandola in un successo. Eppure, ancora oggi, ci sono moltissime persone che non conoscono le vere origini della pinsa romana.
Se anche tu non conosci bene la pinsa e la sua storia antica è il momento di fare un salto indietro nel passato: ecco tutto quello che devi sapere.
Origini antiche: il pane “schiacciato” dei Romani
La pinsa ha una storia affascinante e arriva direttamente dagli antichi Romani. Secondo alcune fonti il termine “pinsa” deriva dal latino “pinsére” che significa letteralmente allungare o schiacciare; azione che descrive perfettamente il procedimento per la stesura dell’impasto.
Sembra che nell’Antica Roma i contadini preparavano una focaccia schiacciata utilizzando ingredienti semplici come miglio, farro e orzo. Quando l’impasto era pronto veniva riscaldato su pietre bollenti, con un risultato finale sorprendente.
Un alimento estremamente semplice, consumato da solo o accompagnato da verdure. Non è tutto, pare anche che questo piatto compaia nell’Eneide di Virgilio. Si racconta che Enea, stremato dal viaggio dalla Grecia all’Italia, sia stato accolto e poi sfamato dai popoli residenti dell’antico Lazio con delle focacce dalla forma allungata e dall’impasto morbido.
La storia della pinsa romana è sicuramente stata scritta da tantissimo tempo e questa la rende ancora più interessante. Ovviamente, nei tempi antichi la pinsa non era esattamente conosciuta come lo è oggi. Infatti, gli ingredienti a disposizione erano differenti, così come le tecniche di panificazione.
La riscoperta della pinsa nel tempo
Seppur la pinsa romana abbia una storia affascinante, quella che viene servita oggi è una rivisitazione della tradizione. Questo tipo di alimento è stato riscoperto agli inizi degli anni 2000, tornando alla ribalta grazie ad un gruppo di panificatori artigiani: la tradizione ha incontrato la modernità così da ottenere qualcosa di unico.
Oggi si utilizzano un mix 3 di farine selezionate (frumento, riso e soia) per renderla digeribile, leggera e fragrante. Uno dei segreti che la rende così unica è la lunga lievitazione (tra le 48 e le 72 ore) che permette di ottenere un impasto morbido dentro e croccante fuori.
La pinsa è diventata pian piano un’ottima alternativa alla pizza, soprattutto per coloro che cercano un’opzione leggera e gustosa. Nei ristoranti e nei panifici si possono trovare moltissime varianti, così come è possibile preparale in casa, basta acquistare la base pinsa pronta da essere farcita con le basi pronte per essere farcite. L’innovazione e la sperimentazione hanno portato a combinazioni uniche di sapori, tra ingredienti freschi e di qualità che spaziano dai classici fino ai gourmet.
Differenze tra pinsa romana e pizza
La pizza e la pinsa romana vengono spesso e volentieri confuse, seppur le differenze siano notevoli. La prima è nella forma, proprio perché la pinsa si presenta ovale mentre la pizza è rotonda.
L’impasto è un altro degli aspetti da considerare così come gli ingredienti utilizzati. Non da meno il metodo di cottura, infatti la temperatura per la preparazione della pinsa è più bassa rispetto alla pizza così da garantire una croccantezza perfetta.
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