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Drive-Away Dolls, un brutto film di successo

1999, una valigetta misteriosa, dei killer pronti ad impossessarsene, personaggi grotteschi un paio di eroine coinvolte loro malgrado in una serie di eventi assurdi. Drive-Away Dolls si candida ad essere un nuovo pulp con tanto di firma di Ethan Coen che assieme al fratello Joel ha firmato alcuni capolavori cinematografici, e altre volte dei film deludenti, questa pellicola invece è un curioso compromesso tra le prime due categorie. Drive-Away Dolls tenta di imitare, e già il termine suona strano, proprio il cinema dei fratelli Coen, e si vede che l’assenza di uno produca davvero un risultato poco esaltante. La storia pulp può risultare divertente per il pubblico attuale, dove la libertina lesbo Jamie fugge dalla sua complicata relazione con Sukie, mentre la sua amica Marian vuole uscire dalla sua routine priva di stimoli, soprattutto sessuali.
Il risultato porta le due giovanissime in direzione Florida dove Marian vuole andare a trovare una sua zia nella cittadina di Tallahasse che, come ci ricordano a lungo nella storia, non è Miami, ma un posto tranquillo dove fare birdwatching. Le due ragazze scelgono la strada economica di prendere un’auto drive-away, un noleggio gratuito da consegnare a destinazione, ma ovviamente l’equivoco è dietro l’angolo, e l’ignaro addetto che deve far consegnare l’auto guarda caso a Tallahasse per errore sceglie l’auto con la fatidica valigetta, mettendo sulle tracce delle due giovani, una strana coppia di criminali. Il viaggio verso la Florida per Marian e fermarsi nei motel a riposare e leggere un buon libro, per Jamie visitare i lesbo bar dello Stato che stanno attraversando. Il tocco magico di uno dei due fratelli ci potrebbe far pensare ad una frizzante commedia crime-pulp, con un bel tocco LGBTQ+ e la fine del millennio in arrivo. Il risultato è però una brutta copia dei bei film anni ’90 dei fratelli Coen, anche se la pellicola viene fatto uscire solo in lingua originale con sottotitoli, una scelta corretta da parte della casa di distribuzione, la Universal, per il pubblico più giovane ormai abituato con le piattaforme a fruire di molte opere in lingua originale con relativi sottotitoli.

Margaret Qualley e Geraldine Viswanathan

In conclusione, una “sgangherata” pellicola con curiosi dialoghi, che ovviamente già sta diventando un cult negli States, e che paradossalmente segue la legge che fare un brutto film a volte può diventare un successo. Nel cast troviamo la testa di Pedro Pascal, che appare per pochi minuti all’inizio della pellicola per poi essere decapitato, un stralunato Matt Damon (che però ha messo i soldi per fare il film), spendiamo invece una nota di merito per le due giovani protagoniste Margaret Qualley e Geraldine Viswanathan, già interpreti di film e serie tv di successo che almeno ci fanno sorridere, per il resto… ebbene sì un brutto film che piacerà a tutti o quasi, la magia del cinema.
Dal 7 marzo nei migliori cinema solo in lingua originale con sottotitoli.