Aquaman e il regno perduto: la vendetta di Black Manta

È sulle note della storica Born to be wild degli Steppenwolf che Aquaman e il regno perduto – nelle sale cinematografiche italiane a partire dal 20 Dicembre 2023 – riporta in scena il supereroe comparso per la prima volta nel 1941 all’interno della rivista antologica More fun comics e portato nel 2018 sul grande schermo attraverso Aquaman, diretto dallo stesso James Wan che ritroviamo anche in questo caso dietro alla macchina da presa.
Il James Wan che, artefice dei franchise Insidious e The conjuring, imprime anche in questo sequel un forte retrogusto horror nel look delle creature tirate progressivamente in ballo nel calare ancora una volta l’imponente Jason Momoa nei panni dell’Arthur Curry metà umano e metà atlantideo, nuovamente padre e alle prese con i propri doveri di re di Atlantide.
E, senza perdere tempo, è immediatamente all’insegna del movimento e del tripudio di elaborata effettistica digitale che prendono avvio le oltre due ore di visione semplicemente incentrate sul Black Manta alias Yahya Abdul-Mateen II che, ancora intenzionato a vendicare la morte di suo padre, stavolta in possesso del potere del mitico Tridente Nero scatena una forza antica e malevola con l’obiettivo, ovviamente, di eliminare in maniera definitiva Aquaman.
Niente più che un esile pretesto che basta a Wan per riportare in scena il protagonista e farlo affiancare dal fratellastro imprigionato Orm, nei cui panni riabbiamo Patrick Wilson; mentre Amber Heard, Dolph Lundgren e Nicole Kidman fanno ritorno soltanto in brevi apparizioni nei ruoli di Mera, regina di Atlantide e madre dell’erede al trono, di Re Nereus, e della leder Atlanna.
Senza contare il dottor Stephen Shin incarnato da Randall Park, al servizio di un’operazione che esagera probabilmente nel costruirsi in maniera esclusiva sull’azione a suon di fracasso da audio roboante, ma che, proprio per questo suo aspetto tutt’altro che distante da quello di un videogioco, difficilmente lascerà insoddisfatti gamer e fan dei cinecomic basati sul facile intrattenimento.

Yahya Abdul-Mateen II nel ruolo di Black Manta

Un aspetto che aveva in buona parte caratterizzato anche il capostipite, rispetto a cui forse questo Aquaman e il regno perduto risulta leggermente inferiore ma del quale, fortunatamente, tra insetti giganti e mostri tentacolari il regista tende a replicare il look generale di un b-movie ad altissimo budget strizzante l’occhio alla fantascienza in fotogrammi di metà XX secolo… man mano che viene ribadito che un vero re costruisce ponti e che si giunge ad un’ultima sorpresina posta durante i titoli di coda.

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