Robert De Niro e Leonardo DiCaprio

Killers of the Flower Moon: c’era una volta in America

È dall’omonimo romanzo best seller scritto da David Grann che prende le mosse Killers of the Flower Moon, nelle sale cinematografiche italiane a partire dal 19 Ottobre 2023.
Poster del filmDiretto dal vincitore del premio Oscar Martin Scorsese, un thriller basato su un fatto realmente accaduto negli anni Venti, nel crepuscolo del Vecchio West, quando in Oklahoma decine di membri Osage furono assassinati in circostanze misteriose dopo la scoperta del petrolio nelle loro terre.
Scoperta che li aveva resi da un giorno all’altro immensamente ricchi, ma anche oggetto di interesse, di manipolazione, di inganno e, infine, di una violenza oscura e brutale; tanto che nel 1923 l’FBI creò una squadra speciale per avviare un’indagine.
E, a proposito di premi Oscar, sono Leonardo DiCaprio e Robert De Niro a trovarsi al centro di questa storia americana di crimini a sfondo razzista atta ad esplorare il passato e il presente della nazione: il primo nei panni di Ernest Burkhart, ferito in guerra e tornato a Fairfax in cerca di fortuna, il secondo in quelli dello zio William Hale, soprannominato “Re delle Osage Hills” e che consiglia al nipote di sposare proprio una donna appartenente a quella popolazione arricchita.
Donna che si rivela essere la Mollie interpretata da Lily Gladstone, di cui comunque Ernest s’innamora realmente, in quanto Killers of the Flower Moon è sì una vicenda di delitti e misteri con qualche cadavere occasionalmente sparso, ma è anche una storia di amore e tradimenti.
Un intrigo volto alla scoperta della verità che, senza ombra di dubbio, individua il suo maggiore punto di forza nelle eccellenti prove sfoggiate da un corposo e ottimo cast comprendente, tra gli altri, l’infallibile John Lithgow e, in una breve apparizione, il ritrovato Brendan Fraser.

Robert De Niro in una scena del film

Del resto, il solo veder duettare due mostri sacri della recitazione come De Niro e DiCaprio trasmette fortemente il sapore della grande Settima arte, sebbene ci si trovi dinanzi ad un’opera scorsesiana più statica del solito e dal taglio piuttosto teatrale.
L’impronta del Maestro che ci ha regalato, tra gli altri, Taxi driver e Quei bravi ragazzi si fa infatti sicuramente sentire in piccoli momenti come quello dell’affascinante inquadratura a piombo conclusiva; ma, in ogni caso, l’estrema lentezza narrativa attraverso cui vengono costruite oltre tre ore e venti di verbosa visione non aiuta certo Killers of the Flower Moon a non rivelarsi eccessivamente tirato per le lunghe.

Il regista Martin Scorsese sul set

Anche se l’ironia dispensata in molti dialoghi può essere tranquillamente considerata un punto a favore dell’insieme e, sorvolando sui superflui elogi a fotografia, costumi e scenografie, è certo che stiamo parlando di un titolo che farà incetta di preziose statuette presso l’edizione 2024 degli Academy Awards.

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