Oppenheimer, il padre della bomba atomica

Oppenheimer è la scelta di uno dei più brillanti registi del nostro tempo Christopher Nolan, che ci racconta nel suo stile cinematografico la figura di colui che è da sempre stato conosciuto come il padre della bomba atomica.
Una pellicola di bruciante attualità per un Pianeta in crisi con cambiamenti climatici e una Terza Guerra Mondiale non dichiarata in Ucraina. La scelta di Nolan è molto audace e complicata per quegli spettatori che magari sanno poco o nulla di questa figura storica, ma in tre ore di film, che sembrano tre minuti, Nolan riesce a condensare la storia dell’uomo che ha contribuito in modo decisivo allo sviluppo della bomba e alla preparazione delle due sganciate sul Giappone, nonostante i dubbi sollevati da tanti collaboratori del progetto e anche dello stesso Oppenheimer
Basato sul libro “American Prometheus: The Triumph and Tragedy of J. Robert Oppenheimer”, l’autorevole biografia del 2005 di Kai Bird e Martin J. Sherwin (edito da noi con il semplice titolo di “Oppenheimer” per Garzanti) affronta tutta la storia del progetto Manhattan, le sue origini e anche la vita privata dello scienziato. La visione di Nolan è un alternarsi di flashback di vita dal processo negli anni ’50 al sospetto di comunismo, ai primi passi del giovane scienziato nel mondo della fisica, fino a diventare colui che metterà tutti assieme gli scienziati destinati a realizzare l’arma finale, che potrebbe perfino distruggere il mondo secondo alcuni calcoli dello scienziato Edward Teller (futuro padre della bomba all’idrogeno).
La pellicola è veramente un fiume in piena di personaggi e dialoghi serrati con dati tecnici che si cerca di semplificare per gli spettatori; tantissimi attori, anche di grido, relegati in piccole parti quasi camei per dare in realtà ampio spazio all’interpretazione di Cillian Murphy nel ruolo di Oppenheimer, cui possiamo con estrema facilità prevedere il prossimo Oscar come miglior attore e lo stesso vale per Robert Downey Junior nei panni di Lewis Strauss, l’ex capo della commissione dell’energia atomica.

Tom Conti (nel ruolo di Albert Einstein) e Cillian Murphy (J. Robert Oppenheimer) in una scena del film

Il film si avvale anche di un accattivante bianco e nero per mostrarci tante scene del dopo bomba e del colore tutto realizzato con la solita maestria del direttore della fotografia di fiducia di Nolan Hoyte van Hoytema. Tutto il resto del cast sono volti rassicuranti per il regista e facili per lo spettatore per permettere di comprendere meglio i meccanismi della fisica: troviamo Niels Bohr interpretato da Kenneth Branagh, uno dei fisici più importanti nello sviluppo della Bomba, Matt Damon invece è il generale Leslie Groves, e le donne non mancano nella complicata vita dello scienziato che molti chiamavano affettuosamente Oppie con Florence Pugh nel ruolo di Jean Tatlock, una tempestosa amante comunista, alla seducente moglie vittima dell’alcool Kitty Harrison nei cui panni troviamo Emily Blunt.
Sinceramente condensare la storia biografica di quell’arma che ancora spaventa tutta l’umanità in tre ore che come scritto sopra, ribadiamo sembreranno tre minuti allo spettatore, è la semplice dimostrazione delle immense capacità cinematografiche di Nolan, capace di far comprendere a tutti la storia di quella bomba che dal suo uso ci minaccia ancora.
La pellicola principalmente affronta il dilemma morale, che poi rappresenta l’intera vita di Oppenheimer novello Prometeo che ruba il fuoco agli Dei e poi ne rimane vittima, che si rende conto dopo aver contribuito alla sua creazione di aver posto l’intera umanità sul baratro della distruzione totale.
Nolan nei suoi “tre minuti” di film riesce ad evitare di mostrarci, se non in qualche fugace scena, cosa causa il fuoco atomico, niente distruzione di Hiroshima o Nagasaki, ma solo una fredda discussione su quanti morti avrebbe provocato (100.000- 200.000), con la certezza che avrebbe salvato molte vite evitando l’invasione del Giappone. In realtà di recente gli storici hanno ben illustrato come la nazione si sarebbe arresa di lì a poco a causa della totale mancanza di risorse, mentre l’uso della bomba era ovviamente destinato, come ben racconta la pellicola, a dare un messaggio preciso a Stalin e all’Unione Sovietica.
Nolan sembra davvero non aver tralasciato niente, un film che rapidamente si fissa nella memoria, e che diventerà come alcuni capolavori della storia del cinema, con le sue immagini che saranno in futuro utilizzate nei telegiornali e nei documentari scientifici per ricordare la figura di Oppenheimer nei futuri anniversari legati alla nascita della bomba atomica. L’orologio dell’Apocalisse, inventato nel 1947, ci ricorda da sempre quanto manca alla distruzione dell’umanità durante le varie crisi geopolitiche.
Al momento l’orologio segna 90 secondi alla fine, ma speriamo sinceramente che Oppie con la sua storia cinematografica convinca l’umanità a far arretrare le lancette.
Il film uscirà nei nostri cinema il 23 agosto 2023.

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