Sanctuary – Lui fa il gioco. Lei fa le regole: se mi lasci non vale

Presentato in anteprima italiana, in concorso ufficiale, sugli schermi della Festa del Cinema di Roma 2022, arriva nelle sale il 25 Maggio 2022 Sanctuary – Lui fa il gioco. Lei fa le regole, secondo lungometraggio diretto dall’americano classe 1986 Zachary Wigon.
A otto anni dall’esordio The heart machine, datato 2014, il regista porta in scena Christopher Abbott per porlo in una situazione in un certo senso analoga a quella che lo vide coinvolto nel thriller Piercing di Nicolas Pesce, in cui si rinchiudeva in una stanza d’albergo per uccidere una escort.
Nei panni dell’impacciato Hal, facente parte di una ricca famiglia di cui è prossimo all’ereditarne le fortune, è infatti nella suite di un albergo di lusso che lo troviamo in Sanctuary – Lui fa il gioco. Lei fa le regole, alle prese con la dominatrice Rebecca, professionista del sesso alla quale concede anima e corpo la Margaret Qualley del tarantiniano C’era una volta… a Hollywood.
Professionista del sesso vorace e irrefrenabile che l’uomo, non potendosi più permettere di avere una relazione con una donna a conoscenza dei suoi segreti e delle sue perversioni, decide di vedere un’ultima volta al fine di dirle che tra loro è tutto finito.
Decisione dinanzi alla quale Rebecca si mostra tutt’altro che consenziente, impegnandosi a fare il possibile per far spingere Hal, ottimo cliente, a cambiare idea, trascinandolo in un perverso gioco al massacro che, tra realtà e finzione, non concede attimi di tregua.
Un gioco psicologico tra due personaggi agli antipodi che, avvicendandosi in molteplici ruoli, si trovano pericolosamente invischiati nell’estremo tentativo di conquistare il potere e avere l’una il controllo dell’altro e viceversa.
Un gioco psicologico che Wigon orchestra quasi interamente all’interno di quattro mura, come se si trattasse di una pièce teatrale, sfruttando in particolar modo le ottime performance fornite dai due bravi protagonisti.
Ma, mentre la narrazione avanza in maniera piuttosto lenta, se da un lato il teso dialogo instaurato dalla coppia rientra senza alcun dubbio tra i maggiori pregi di Sanctuary – Lui fa il gioco. Lei fa le regole, dall’altro non lontana è l’impressione di trovarsi davanti ad un cortometraggio dilatato… oltretutto dispensatore di poche sorprese.

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