La soggettiva in apertura rimanda immediatamente a quella che introdusse nel 1981 La casa, il capolavoro dello splatter che rese subito maestro del genere l’allora regista esordiente Sam Raimi, poi autore anche dei sequel La casa 2 e L’armata delle tenebre.
Il Sam Raimi che, affiancato dal protagonista della saga Bruce Campbell, figura però soltanto in qualità di produttore esecutivo de La casa – Il risveglio del male, che, nei cinema italiani a partire dal 20 Aprile 2023, non intende né collegarsi alla esplosiva trilogia originale, né all’irrilevante remake del capostipite firmato nel 2013 da Fede Alvarez, né, tanto meno, alla deludente serie televisiva Ash vs Evil dead.
Con un prologo già a base di sangue e una calotta cranica strappata via anticipando lo spostamento ad un giorno prima, infatti, il film diretto dal Lee Cronin cui dobbiamo Hole – L’abisso si presenta chiaramente in qualità di operazione in fotogrammi atta a prendere soltanto gli ingredienti principali del mito cinematografico raimiano per sfruttarli in un contesto tutto nuovo.
Dunque, niente più fatiscente chalet tra i boschi, bensì un condominio dove, in seguito al casuale ritrovamento del famigerato libro esoterico e di registrazioni su disco che ne scandiscono alcuni diabolicamente pericolosi passaggi, il male finisce per essere scatenato all’interno dell’appartamento in cui si trovano una madre tatuatrice interpretata da Alyssa Sutherland, i suoi tre figli e la sorella con la quale sta cercando di riavvicinarsi, ovvero Lily Sullivan.
Uno scenario urbano che, però, ricordando più o meno vagamente l’ambientazione di Dèmoni 2… L’incubo ritorna di Lamberto Bava, confina del tutto al chiuso il massacro destinato a prendere forma una volta che la consueta maledizione trasforma in demoniaci creature proto-zombi i malcapitati di turno.
Un massacro che, una volta riservato il tempo necessario alla presentazione dei diversi personaggi, si consuma tra vetri masticati, forbici conficcate nel naso, bulbi oculari svolazzanti e perfino una cascata di liquido rosso mirata chiaramente ad rievocare l’analoga sequenza mitica vista nello Shining di Stanley Kubrick.
Mentre, in mezzo a insetti e vermi inclusi nel mucchio, l’assenza dell’antieroe dell’era reaganiana incarnato a suo tempo dal sopra menzionato Campbell viene colmata dall’accentuata componente femminile testimoniata, inoltre, dall’evidente sottotesto relativo all’istinto materno.
E, con l’emoglobina che scorre ovviamente a fiumi, La casa – Il risveglio del male si rivela di conseguenza un velocissimo e macabramente divertente spettacolo capace di lasciare soddisfatto sia il pubblico abituato all’horror a base di effettistica da prostetica e trucchi manuali che le giovani generazioni “tossiche” di CGI… pur senza possedere l’ironia e un minimo della capacità dei tre tasselli di partenza di regalare frasi e momenti cult già ai tempi dell’uscita su grande schermo.
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