Prima ancora che troviamo in scena la Anna Ferraioli Ravel de I fratelli De Filippo coinvolta in una grottesca situazione “erotica”, è un coro di bambini impegnati ad intonare la battistiana Il paradiso ad introdurre Scordato, quarto lungometraggio diretto da Rocco Papaleo, dopo Basilicata coast to coast, Una piccola impresa meridionale e Onda su onda.
Lungometraggio in uscita sui grandi schermi il 13 Aprile 2023 e a proposito di cui spiega: «Il mio precedente film da regista era passato piuttosto inosservato. L’insuccesso non ti porta a rimetterti subito in gioco, così ho continuato il mio percorso di attore a teatro e al cinema. Poi è arrivato il lockdown e, come è successo a tanti in quei giorni, mi sono messo a scrivere cercando nuove idee. Ho avuto così la suggestione di un accordatore ‘scordato’, abile ad accordare i pianoforti ma incapace di accordarsi con il contesto intorno a sé. Da qui l’idea del protagonista che arriva a un confronto con se stesso da ragazzo e quindi il personaggio del giovane Orlando».
Giovane Orlando che, ottimamente incarnato da Simone Corbisiero, fa da controparte alla versione matura resa dallo stesso Papaleo, ricordandogli la necessità di riprendere in mano la propria vita cominciando a far pace con il mondo e, innanzitutto, con se stesso.
Perché, uomo mite, nonché quotidiano consumatore di spinelli, Orlando porta avanti un’esistenza all’insegna della solitudine, privo di una relazione accettabile con una donna e orientato ad avere una percezione della realtà molto negativa; fino al giorno in cui un banale mal di schiena lo fa entrare in contatto con la fisioterapista Olga, dal volto della cantante Giorgia qui in inedite vesti di attrice.
Fisioterapista che, una volta diagnosticatagli una contrattura “emotiva”, gli chiede di portarle una sua foto da giovane, così che lei possa aiutarlo a risolvere i suoi problemi; spingendolo dunque a mettersi in viaggio e a rivivere quasi come uno spettatore gli eventi passati che lo hanno reso l’odierno individuo solitario e “contratto”.
Del resto, maggiormente stratificato e mirato ad una certa poetica rispetto alle sopra menzionate tre fatiche precedenti del buon Rocco, Scordato si concretizza in un’immersione on the road nei ricordi che, pur non priva di una spruzzata di humour (in realtà poco efficace), punta meno alla risata per accentuare, al contrario, un certo impianto drammatico – con tanto di sorella dai trascorsi terroristici – in chiave a suo modo fantastica e surreale.
Ma, mentre strizza chiaramente l’occhio a 8½ di Federico Fellini, se da un lato non può fare a meno di apparire decisamente pretenzioso, dall’altro sfoggia una piuttosto piatta regia che lo consegna in maniera inevitabile alla morsa della noia.
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