Assolutamente da non confondere con Doppia esposizione, diretto cinque anni più tardi da Nico Mastorakis, è disponibile su supporto dvd italiano A doppia esposizione, thriller a firma di William Byron Hillman decisamente dimenticato dalle nostre parti.
Thriller che, risalente al 1982, apre immediatamente con un omicidio consumato nottetempo per introdurci nella vicenda dell’Adrian Wilde interpretato da Michael Callan, fotografo di successo specializzato nell’immortalare modelle per riviste maschili.
Fotografo che vede la propria vita cominciare a complicarsi quando non solo inizia ad avere strani incubi in cui uccide proprio le donne che fotografa, ma queste vengono poi ritrovate prive di vita nella realtà, a quanto pare eliminate nei modus operandi al centro dei suoi sogni.
Quindi, tra strangolamenti, sgozzamenti e perfino un delitto a base di serpente, la circa ora e mezza di visione che prende progressivamente forma sfiora in un certo senso una struttura da slasher movie; man mano che il protagonista sembra perdere sempre più il contatto con la realtà e che racconta i fatti al dottor Frank Curtis, psichiatra dal volto di Seymour Cassel.
Ma, sebbene, in parte per determinate ambientazioni notturne, in parte per la tipologia di trauma psicologico che affligge l’assassino, del quale scopriamo ovviamente l’identità soltanto nell’epilogo, si possano a loro modo avvertire echi provenienti dal precedente Maniac di William Lustig, qui si rimane lontani dall’horror a forti tinte splatter e ci si mantiene sulla strada del giallo con indagine di taglio poliziesco annessa.
E bisogna dire che, se da un lato ogni assassinio viene inscenato in maniera differente, dall’altro una discreta quantità di nudi femminili (uno addirittura integrale) provvede a conferire al lungometraggio un più o meno accentuato retrogusto di erotismo.
Fino alla non disprezzabile e non troppo prevedibile rivelazione finale dell’operazione, riscoperta dalla lodevolissima High Show in un’edizione comprendente il trailer originale quale contenuto extra e un poster all’interno della custodia amaray.