Missing sequel di Searching del 2018, ci porta di nuovo attraverso lo schermo del computer e di tutti i collegamenti con la rete internet nella disperata ricerca di una figlia per la madre scomparsa che sfocerà nella scoperta di un piano folle ordito da anni.
Come nel suo sorprendente precedente Searching la scelta di utilizzare lo schermo del computer e tutto le attuali tecnologie, dalle telecamere live, what’s up i servizi in rete ci portano alla scoperta non solo di come il mondo ormai sia iperconnesso, ma che in realtà tra breve non esisterà un punto della Terra che non sia visibile a qualche telecamera di controllo.
La storia vede la diciottenne June (Storm Reid) quasi pronta per il college, che ha subito anni fa la dolorosa perdita del padre. La madre Grace (Nia Long) ha trovato un nuovo compagno e si prepara per un viaggio romantico con il suo Kevin (Ken Leung). E’ l’occasione per June per organizzare con la complicità di Veena (Megan Suri), una mega festa a casa sua per giorni a base di alcol e divertimento sfrenato, cercando di evitare gli occhi della migliore amica della madre Heather (Amy Landecker). Attraverso le immagini del suo computer con ritmo forsennato vediamo lo svilupparsi della folle festa, le foto romantiche della madre in un susseguirsi di messaggi, foto su instagram, video su Tik Tok, fino ad arrivare al presunto ritorno della madre che June deve prendere all’aeroporto di Los Angeles e che non si presenta con il suo compagno.
Parte da qui la ricerca della giovane sempre ritmata dallo schermo del computer, alla ricerca disperata della madre con un minimo aiuto della autorità come FBI, l’amica della madre che scopriremo essere coinvolta, il tutto con la velocità della rete. Evitiamo volutamente di svelarvi i numerosi colpi di scena per lasciare allo spettatore la giusta sorpresa dell’opera diretta da Nick Johnson e Will Merrick, che ribaltano la storia del primo dove era il padre a cercare la figlia e che usando il linguaggi del web, il suo montaggio e sonoro di tutte le pagine web, riescono a riportarci una pellicola e una realtà che inconsciamente viviamo tutti i giorni, quando quasi in modo ossessivo chattiamo, pubblichiamo e condividiamo foto e in un certo senso mettiamo tutta la nostra vita, lati positivi o negativi all’interno della rete.
Rispetto a pellicole precedenti come il citato Searching o Unfriended qui il mistero non si lega a strani eventi, ma ci rimanda ad indizi e sospetti che arrivano perfino a stordire lo spettatore per la quantità di informazioni da elaborare per cercare di arrivare a scoprire la verità, e diciamo che alla fine la sorpresa della soluzione… quella dovrete scoprirla in sala, magari evitando di chattare con il vostro telefono durante la proiezione.
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