L’omaggio televisivo a Venerdì 13 parte VIII – Incubo a Manhattan nel corso dei primi minuti di visione, che pongono in scena un giovane di nome Jason (proprio come il massacratore di Crystal Lake) con indosso una maglietta riportante la scritta “4 mosche di velluto grigio” è non poco significativo, se consideriamo che, in maniera analoga a quanto accadde in quell’ottavo episodio della serie sul serial killer dalla maschera da hockey, per Scream VI – nelle sale cinematografiche italiane a partire dal 9 Gennaio 2023 – si è deciso di spostare l’ambientazione da quella tipica del franchise iniziato dal grande Wes Craven alle strade di New York.
Una New York che, in realtà, se escludiamo il lungo momento in metropolitana e la sequenza che si svolge all’interno di un negozio, con il Ghostface di turno impegnato per la prima volta a sfruttare come arma un fucile a pompa, non viene utilizzata più di tanto per quanto riguarda il proprio potenziale urbano rappresentato da grattacieli e vicoli fumosi.
Detto questo, un anno dopo l’apprezzabile, quinto Scream, Matt Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett ne riportano in scena i sopravvissuti Melissa Barrera, Jenna Ortega, Jasmin Savoy Brown e Mason Gooding; ma soltanto dopo aver concesso alla Samara Weaving del loro Finché morte non ci separi di effettuare un cameo in qualità di professoressa di storia del cinema nel consueto prologo, come sempre rivisitato e stravolto rispetto ai classici meccanismi screamiani cui eravamo abituati.
Del resto, se fino ad oggi si era giocato con le regole dello slasher movie, dei sequel, delle trilogie, dei reboot e dei cosiddetti requel, stavolta si parla del fatto che i seguiti non vengono più prodotti per lasciare spazio alle saghe, dove tutto è riportato in grande, bisogna aspettarsi l’opposto di qualunque cosa sia accaduta prima, non ci si deve mai fidare dell’amore e, soprattutto, nessuno è al sicuro, compresi i protagonisti storici.
Protagonisti dei quali, anche se in Scream VI non ritroviamo la Sidney Prescott di Neve Campbell, torna in azione la giornalista Gale Weathers di Courteney Cox; mentre da Scream 4 viene recuperata una Hayden Panettiere ora lavorante nell’FBI e, in fatto di nuovi personaggi, abbiamo il belloccio John Segarra, il verginello Jack Champion, la omosessuale Devyn Nekoda, un Dermot Mulroney poliziotto e sua figlia Liana Liberato.
E, se da un lato, come avveniva nel capitolo precedente, non mancano allucinazioni riguardanti Billy Loomis, dall’altro è evidente che l’intento dell’operazione sia quello di rispolverare la struttura e le caratteristiche di Scream 2, apportandovi le dovute modifiche.
Con la risultante di un altamente movimentato e nient’affatto noioso sesto tassello che, superiore nella sua evoluzione narrativa rispetto al già riuscito quinto, tra pugnali conficcati in faccia e un fugace passaggio su piccolo schermo per il super fanta-classico L’invasione degli ultracorpi, approda ad una rivelazione finale piuttosto inaspettata… individuando nella tesissima situazione della scala sospesa sul vuoto una delle sue migliori.
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