Arriva su Rai 1, a partire dal 23 gennaio in quattro serate, Black Out: vite sospese, il mistery-drama ambientato nelle suggestive montagne del Trentino, che vede protagonisti Alessandro Preziosi, Rike Schmid, Marco Rossetti, Aurora Ruffino, Caterina Shulha, Maria Roveran e Mickaël Lumière. La regia è di Riccardo Donna.
La vicenda si svolge nella Valle del Vanoi, dove i protagonisti, clienti di un lussuoso albergo alla Vigilia di Natale, rimangono isolati da una valanga. L’elettricità è saltata e le comunicazioni interrotte. Inizia così un rapido e tragico capovolgimento della vacanza che si trasforma in un incubo: una trappola che porterà a galla segreti, identità celate e ambigui professionisti pronti a tutto e persino la presenza di un assassino.
La situazione costringe gli sfortunati vacanzieri a vivere un’esperienza unica, che li obbligherà a fare i conti con sé stessi e con gli altri.
Se per tutti Giovanni Lo Bianco (Alessandro preziosi) è un broker di mezza età, elegante e di successo, per i suoi figli è un padre che, dopo la recente perdita della moglie, deve riscoprirsi genitore. Ma Giovanni è molto più di tutto questo. La verità è sepolta in un passato inconfessabile che è sul punto di ritornare quando riconosce Marco (Marco Rossetti) ospite di quello stesso albergo, insieme a Irene (Caterina Shulha), sua nuova bellissima compagna. Per Marco, meccanico che si è appena risollevato dal fallimento della sua officina, alloggiare in quell’albergo è un colpo di testa. In realtà un motivo c’è: in una baita poco distante si nascondono la figlia Anita, costretta a vivere suo malgrado sotto copertura con la madre, nonché sua ex moglie, Claudia (Rike Schmid), primario di chirurgia d’urgenza, sottoposta ad un programma di protezione testimoni in attesa del processo che la vede testimone oculare di un omicidio di Camorra per mano di uno spietato boss.
Nessuno sa che Giovanni è legato al clan malavitoso da un vincolo ‘di sangue’: è suo fratello il boss imputato nel processo e lui, pur avendo cambiato cognome e apparentemente vita, è ancora invischiato negli affari di famiglia. La testimonianza di Claudia rischia quindi di distruggere la vita di Giovanni e quella dei suoi figli e a lui non resta che provare ad eliminarla. Claudia però è anche l’unica persona nella valle in grado di salvare sua figlia, la giovanissima Elena, in coma dopo la valanga.
Nel corso degli episodi, la storia intreccia le relazioni, gli amori e i dissidi tra i personaggi prigionieri della montagna e della neve.
«E’ stato interessante vedere come la natura ti offra sempre una seconda possibilità», dichiara Alessandro Preziosi. «La natura intesa come vite, circostanze… Personalmente questa è stata una delle esperienze più difficili ma allo stesso tempo costrittive, perché non mi era mai capitato di stare tredici settimane lontano da un mondo “normale”: dove stavamo noi non c’era niente».
Uno degli ostacoli incontrati durante le riprese è stata la scarsità della neve, nonostante la stagione fosse proprio quella invernale. «Questa è la prima cosa che mi viene da dire se penso a quelle settimane tra le montagne, passate a inseguire la neve», ribadisce Riccardo Donna, che aggiunge: «Purtroppo la neve non la controlli, a volte c’è, a volte no, a volte è troppa e ti arriva all’ombelico e a volte fa caldo e inesorabilmente si scioglie. Nei luoghi scelti per le riprese, a pochi giorni dal primo ciak, la neve, prima abbondante, si era via via sciolta e non si prevedevano nevicate. Passavano i giorni e la situazione si stava facendo drammatica. In tre giorni abbiamo fatto nuovi sopralluoghi, cambiato programmi, locations, e abbiamo cambiato il piano di lavorazione… insomma abbiamo ripensato molte cose e siamo andati dove la neve c’era… anche troppa».
Black Out: vite sospese è una coproduzione Rai Fiction e Èliseo Entertainment, con la partecipazione di Viola Film, in collaborazione con Trentino Film Commission, prodotta da Luca Barbareschi.