Vicini di casa: imperfetti sconosciuti

Nei cinema dal 1 Dicembre 2022, Vicini di casa è il rifacimento tricolore dello spagnolo Sentimental, diretto nel 2020 da Cesc Gay.
Una commedia che suggerisce la propria impostazione teatrale fin dall’apertura, con i Giulio e Federica interpretati da Claudio Bisio e Vittoria Puccini impegnati a dialogare in casa, lascandoci quasi subito intuire che si tratta di una coppia la cui vita matrimoniale non sembra funzionare più come un tempo.
Del resto, è quasi del tutto nell’unico interno rappresentato dal loro appartamento che si svolge la oltre ora e venti di visione destinata presto a tirare in ballo la psicologa Laura e il pompiere Salvatore, ovvero Valentina Lodovini e Vinicio Marchioni, nuovi vicini del piano di sopra che Federica decide di invitare a cena.
Due coniugi affiatati, vitali e vivaci, oltre che piuttosto rumorosi quando sono sotto le coperte, i quali cambiano le sorti della serata facendo una proposta decisamente provocatoria ai padroni di casa; nel corso di un’operazione la cui situazione di svolgimento manifesta in maniera palese echi provenienti dal Perfetti sconosciuti di Paolo Genovese, che incluse tra gli sceneggiatori proprio il qui regista Paolo Costella.
Il Paolo Costella che, autore dietro la macchina da presa, tra gli altri, di Tutti gli uomini del deficiente, A Natale mi sposo e Per tutta la vita, si propone di proseguire il suo viaggio all’interno della coppia come contenitore di storie, in questo caso esplorandone la sfera più intima.
Ma, se inizialmente la conversazione che s’instaura tra i quattro protagonisti genera nello spettatore una certa tensione nei confronti di qualcosa che si aspetta dovrà accadere, con il suo eccessivamente lento incedere Vicini di casa non tarda a rivelarsi piuttosto soporifero.

Vittoria Puccini, Valentina Lodovini e Claudio Bisio in una scena del film

E, tra colonna sonora spesso invadente e osservazioni sentite e risentite quali “Il sesso non è nel corpo, ma nella testa”, non basta qualche battutina ironica immancabilmente affidata a Bisio a salvare le sorti di quello che non solo sembra quasi un tentativo di film alla Woody Allen privo, però, della verve comica del geniale cineasta statunitense, ma non sfodera neppure un inaspettato colpo di scena alla maniera del citato lungometraggio genovesiano.
Un titolo adatto forse a borghesi annoiati, ma che non può fare altro che annoiare tutti gli altri spettatori.

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