Premiata a Milazzo al Festival del cinema italiano, Martina Palladini è una giovane attrice che, a breve sui grandi schermi nella commedia supereroistica Gli Speciali, è attualmente molto attiva sia come attrice che in qualità di produttrice cinematografica, impegno che segna un nuovo traguardo raggiunto nella sua carriera. Ecco alcune anticipazioni sui suoi progetti.
Ciao Martina, hai appena ottenuto il premio come giovane attrice presso il Festival del cinema italiano di Milazzo per il cortometraggio In mezzo alle terre. Si tratta di un cortometraggio particolare, ambientato nel presente ma in parte in costume, oltretutto caratterizzato da una parte musical. Puoi parlarcene?
Parlo sempre volentieri di In mezzo alle terre perché lo considero una piccola grande novità rispetto alla solita formula su cui si basano in Italia i corti. Prima di tutto voglio ringraziare il Festival del cinema italiano, che mi ha riservato un premio così importante in una manifestazione che ha avuto una eco internazionale grazie alla giuria formata da tanti talenti del grande schermo nostrano, nonché personaggi della cultura, uno su tutto Fabrizio Del Noce, e all’organizzazione, curata da Claudio Bucci e Franco Arcoraci. Ritornando al corto vincitore, quando Alice Presa, la regista, mi ha sottoposto l’embrione di In mezzo alle terre ne sono rimasta folgorata. Ovviamente la costruzione, cioè l’idea di aggiungere la parte cantata e ballata, ha richiesto molto lavoro precedente alle riprese e io mi sono fatta carico, oltre che come attrice, anche come coreografa della parte danzata, dato che sono anche una ballerina diplomata al liceo coreutico dell’Accademia nazionale. Ma devo dire che tutte le mie colleghe attrici erano ben preparare e versatili, quindi lavorare con loro è stato piacevole e divertente. La nostra fortuna è stata che tutto ha funzionato benissimo, perché tutte le maestranze, in buona parte donne, erano professionali e hanno sposato e amato questo progetto ambizioso e con un budget piccolo. L’idea era quella di creare uno short musical movie che desse il senso d’inclusione e spiegasse in poco tempo la storia della nascita del Mediterraneo e di come tutti i popoli hanno contributo al successo dell’area in questione senza nessun tipo di diversità razziale. Hanno prestato la loro opera anche due famosi influencer che ho voluto io personalmente e che si battono per l’uguaglianza e i diritti civili: Daniele e Kecco. Inoltre, la regista ha deciso di raccontare il tutto attraverso una leggenda famosa anche grazie alla Disney, quella di Hercules, in modo tale da creare un prodotto adatto a tutte le età, quindi anche ai bimbi che spesso non trovano corti indicati per loro. Credo che questo corto sia riuscito benissimo, a giudicare dalla quantità di premi accumulati sia in Italia che all’estero, e di ciò sono felicissima.
Dove è stato girato il cortometraggio?
Prima di decidere la location abbiamo fatto molti sopralluoghi io, la regista e, con noi, i fratelli Bizzoni, che hanno curato la fotografia. Sono due giovani di una bravura disarmante e che hanno dato tanto al progetto. Alla fine Alice ha scelto il Ninfeo del Bramante a Genazzano. Io ne ero rimasta incantata per la bellezza e per la storia che racchiude. Avevo lavorato come modella per un servizio fotografico fatto al Ninfeo per il fotografo Evandro Inetti, e ciò che ne era uscito dal punto di vista era sbalorditivo. Alice si è anche lei innamorata del posto, così abbiamo chiesto al comune di Genazzano la possibilità di girare li, e devo dire che ci ha appoggiati immediatamente.
A breve, tra l’altro, ti vedremo nei cinema ne Gli Speciali, una commedia con supereroi. Che ruolo ricopri nel film?
Sì, esatto, è imminente l’uscita de Gli Speciali. Devo dire che mi sono divertita veramente molto a interpretarlo e ho approcciato con un ruolo che mi ha catapultato nella necessità di conoscere almeno in parte le discipline sportive del karate. Io sono convinta che una vera attrice deve essere in grado di trasformarsi in tutto ciò che il ruolo richiede, non deve mai limitarsi. Anzi, è più giusto dire un artista deve conoscere tutto ciò che può aiutare a migliorare la sua performance, per questo ho voluto imparare i rudimenti del karate per rendere di alto livello il mio personaggio di supereroe al femminile. Di ciò ringrazio Claudio Del Falco, che, oltre ad essere uno dei protagonisti principali del film insieme a Luis Molteni, Gianluca Potenziani, Ivan Castiglione e Hal Yamanouchi e tanti altri, mi ha guidata nel mondo delle arti marziali in maniera eccellente. Comunque sono felice di essere stata attrice in un film italiano che propone in chiave ironica dei supereroi all’italiana e di rappresentare le donne che sono eroine tutti i giorni e a tutti i livelli, anche in un action movie.
Sempre al festival di Milazzo è stata premiata Patrizia Pellegrino per un altro cortometraggio a cui hai preso parte, Il giardino dei sogni perduti. Puoi parlarci del cortometraggio e del ruolo che interpreti.
Sì, de Il giardino dei sogni perduti parlo con la gioia nel cuore. Questa piccola perla filmica è opera di Alessandra Carlesi, regista e sceneggiatrice che scrive e narra di argomenti duri, a volte anche scomodi, ma con dolcezza ed eleganza spogliando il tema di tutti quei fardelli che spesso i preconcetti caricano di negatività. E riesce a rendere il tutto così onirico e puro che esime il pubblico giudizio, suscitando invece una riflessione costruttiva e utile a chi guarda. Questo è ciò che lei trasmette attraverso l’uso degli attori, che guida magistralmente. Io credo di aver reso al massimo delle mie potenzialità ciò che chiedeva il mio personaggio, grazie anche alla mia ricerca del dolore. Sono profondamente convinta che il compito dell’attrice è riuscire a provare la sofferenza realmente là dove è richiesta, e ciò può avvenire solo attingendo dal dolore che ci portiamo dentro, che va custodito così come le gioie al fine di rendere pienamente la sensazione al pubblico. Insomma, dare al personaggio la tua anima è ciò che ho fatto, ho messo me stessa, la mia pelle in quella del personaggio. Credo che su questa linea abbiano lavorato anche gli altri due attori, con i quali rifarei tutto subito perché ci siamo così allineati bene che ciò è stato altamente armonico. Ovviamente, parlo di Patrizia Pellegrino, un’attrice di alto livello, di una dolcezza disarmante, che ho sentito subito in perfetta sintonia con me e che ha reso il suo personaggio bellissimo, leggero e piacevole, a tratti e a tinte crude e realistiche in altri. Grande performer. Non di meno Ciro Buono, un attore che si è confrontato con un ruolo diverso dalla sua età, che con l’aiuto della regista ha portato a termine perfettamente e con una resa massima un personaggio difficile.
Tra l’altro, gli ultimi due anni ti hanno vista particolarmente attiva, infatti, oltre ai corti e al film di cui stiamo parlando, hai preso parte ad altri nuovi progetti ancora in post-produzione o, comunque, inediti. Ce ne parli?
Sì, effettivamente negli ultimi due anni non mi sono mai fermata e non ho intenzione di farlo. Ho preso parte ad altri due corti che considero di grande valore, ci tengo a dire che ho ricevuto molte proposte di lavoro quest’anno. Ma, ovviamente, privilegio nelle mie scelte progetti dove traspare il talento dei giovani, categoria dei quali faccio parte e dei quali le grandi produzioni, a volte, si fidano troppo poco. Questo mi rammarica molto, poiché i giovani sono il futuro, ma, se nessuno gli affida il presente, il loro futuro non arriva mai. Non si può chiedere ad un giovane un bagaglio di esperienza, proprio perché è troppo giovane per possederlo, ma spesso ci sono giovani di talento, di grande talento! Per cui l’esperienza è secondaria, questo dovrebbero capirlo in molti e porre meno veti. Comunque vorrei citare tra i lavori a cui ho preso parte come attrice e come produttrice esecutiva lo short movie Vindex Flamma delle sorelle Lea e Vera Borniotto, due giovani che hanno riportato alla ribalta il tema della violenza contro le donne narrandone in uno stile noir le origini storiche e ponendo la questione sulla superstizione e sulla stregoneria come mezzo per annientare le figure femminili considerate scomode nella storia. Un altro progetto di cui ho fatto parte come attrice è The lottery, un corto distopico che ha richiesto uno sforzo economico notevole da parte dei produttori Saturnia pictures e Ipnotica produzioni per la ricercatezza dei mezzi tecnici necessari alle riprese. In questo short movie ho avuto il piacere di lavorare con Eureka Nakano Greems, eccellente attrice americana, come me ballerina classica. La regia è stata affidata a Giuseppe De Lauri, anche co-produttore dell’opera, e la fotografia è di un grande direttore statunitense, Weeled Sokkar. Una co-operazione italo-statunitense che darà ottimi frutti e che uscirà tra qualche mese. Un altro progetto al quale ho preso parte è Oltre, un ghost thriller girato tra la Sicilia e Roma e in cui sono stata affiancata da grandi attori del calibro di Bruno Bilotta, Daniela Fazzolari, Daniel Mc Vicar, Danilo Brugia e la piccola agli esordi Livia Modica, che ha dimostrato già ottime doti sul set. La regia è di Giuseppe Celesia, ma la supervisione è stata affidata a Massimo Paolucci, figura di grande esperienza e spessore nel cinema italiano. Un grande supporto a questo film è stato dato poi dalla costume designer Flavia Pinello, che ha fatto da trait d’union tra la produzione del film e il distretto moda della Sicilia che ci ha supportato per tutta la durata delle riprese. Tra questi le firme di Simona di Fasv Mobilia, Tanto di Coppola, Catalano abbigliamento e sartoria Maqueda. Un grande supporto è venuto anche da uno sponsor di eccellenza con il quale speriamo di tornare a collaborare presto: l’azienda Campo Marzio. E non posso dimenticare l’azienda caffè Profilo, che mi affianca di ogni set.
Sappiamo che, oltre ad essere attrice, ti stai impegnando molto nella produzione. Quali sono i tuoi obiettivi in campo cinematografico e quali progetti hai in cantiere?
Sono profondamente convinta che per poter proporre buoni progetti, a volte, ci si debba impegnare in prima persona, anche dal punto di vista produttivo. È questa la ragione per cui ho deciso di aprire anche io una produzione indipendente. Vorrei dare la possibilità di venire alla luce anche a quei ragazzi di talento a cui viene negata la possibilità di presentarsi sul mercato del cinema. È questo il fine della Everglades Produzione, affiancare giovani di talento con grandi idee e guidarli nel mondo del cinema. Inoltre, la mia visione del cinema, o, meglio, dell’arte, è molto più aperta, per cui ritengo che non ci si debba relegare nei propri ruoli. Non è detto che una brava attrice non possa essere anche una buona produttrice o sceneggiatrice. Un po’ come tanti talenti, sia italiani che statunitensi, hanno dimostrato, dal grande Carlo Verdone a Massimo Troisi, che io adoro per inciso, Ricky Tognazzi, Valeria Golino, che ammiro oltremodo e con la quale spero un giorno di lavorare, o Angelina Jolie, Ron Howard e tanti altri coraggiosi e folli come me. Comunque, nel mio futuro ci sono tanti progetti, tra cui due film in Sardegna, di cui inizieremo la preparazione a breve, e, molto probabilmente, un lavoro in Sicilia con il regista siciliano Daniel Gangemi, in co-produzione con Claudio Bucci. Ma non dico altro perché ancora è top secret.