“Sposa in rosso”: nozze da Leòn

Dopo Ravanello pallido interpretato da Luciana Littizzetto e Tuttapposto, con protagonista il comico televisivo Roberto Lipari, Gianni Costantino torna dietro la macchina da presa per dirigere Sposa in rosso, nei cinema dal 4 Agosto 2022.
Una commedia dei sentimenti che prende avvio dal casuale incontro, a bordo di un autobus a Malta, tra la Roberta dal volto di Sarah Felberbaum e il Leòn incarnato da Eduardo Noriega: lui giornalista precario sfrattato da casa, lei guida turistica incinta, poi inseguita da un’assistente sociale che rischia di farle togliere il bambino avuto con un uomo in seguito tutt’altro che propenso a prendersi le proprie responsabilità.
E proprio Leòn verrà fatto passare dalla ragazza per il padre del piccolo agli occhi dei suoi familiari; prima ancora di convincerlo ad inscenare un finto matrimonio in Puglia al fine di intascare i soldi delle buste che gli invitati regalano agli sposi.
Un’impresa in cui vengono supportati da Giada alias Cristina Donadio, zia anticonformista di Roberta, e dal trasformista Giorgio, amico mentore di lui, in possesso dei connotati di un Massimo Ghini dall’inedito look con barba lunga.
Un’impresa la cui movimentata preparazione, dunque, rappresenta il fulcro di Sposa in rosso, che include nel cast, tra gli altri, Dino Abbrescia nei panni del paranoico fratello della protagonista e la coppia formata da Anna Galiena e Maurizio Marchetti in quelli degli insopportabili genitori della stessa.
Un Dino Abbrescia affiancato da una moglie dai connotati di Roberta Giarrusso, ma piuttosto sprecato; in quanto, mentre la Depende di Jarabe De Palo fa da colonna sonora, la girandola di imprevisti ed equivoci alla base delle circa due ore di visione fatica non poco nel coinvolgere realmente lo spettatore.
Nonostante i numerosi accadimenti, infatti, lo svolgimento non manca di lasciar avvertire una certa fiacchezza generale, oltretutto complici situazioni che finiscono per apparire più inutili che divertenti (si pensi alla irrilevante gag dei fuochi d’artificio).
Con la frase “Nessuno è perfetto” in evidente omaggio al capolavoro A qualcuno piace caldo di Billy Wilder… fino al piuttosto prevedibile epilogo di un’operazione che, tirata eccessivamente per le lunghe, avrebbe funzionato meglio, di sicuro, come fiction televisiva in due puntate.

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