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Thor – Love and thunder: io Hemsworth, tu Jane

Con un pizzico di violenza annessa, è un Christian Bale nascosto dietro le inquietanti fattezze del macellatore di dei Gorr a fare la propria entrata in scena nel prologo di Thor – love and thunder, quarto lungometraggio cinematografico interamente dedicato all’asgardiano biondo dei fumetti Marvel – nelle sale cinematografiche italiane dal 6 Luglio 2022 – che, ancora una volta incarnato da Chris Hemsworth, avevamo lasciato nell’apparentemente conclusivo Avengers: Endgame, diretto nel 2019 da Anthony e Joe Russo.
Asgardiano biondo che, appunto, troviamo stavolta impegnato ad intraprendere un’avventura cosmica finalizzata a bloccare questo nuovo villain il cui obiettivo principale è l’estinzione delle divinità.
Avventura cosmica che intraprende supportato da Re Valchiria alias Tessa Thompson, dal roccioso gladiatore Korg, cui presta nella versione originale la voce il Taika Waititi regista del film, e la ex fidanzata Jane Foster, ovvero Natalie Portman.
Una Jane Foster che, con stupore del Dio del tuono stesso, brandisce il suo martello magico Mjolnir, come Potente Thor; man mano che assistiamo anche ad un flashback relativo al passato dei due.
E, se da un lato Russell Crowe ricopre il ruolo di Zeus, dall’altro Matt Damon si cimenta in un esilarante cameo; in quanto, proseguendo in un certo senso sulla linea del precedente Thor: Ragnarok, a cominciare dalla voce narrante chiaramente infarcita d’ironia è sullo humour che puntano in maniera principale le circa due ore di visione.
Humour testimoniato anche da una certa invadenza del martello Stormbreaker destinata a generare qualche gag, ma che non rientra affatto tra gli ingredienti vincenti dell’operazione; in quanto tutta questa propensione a prendersi sempre meno sul serio non sta contribuendo altro che a penalizzare eccessivamente i cinecomic, sebbene il pubblico nerd pare gradisca.

Natalie Portman nel ruolo di Jane Foster / Mighty Thor

Non a caso, tra consueto tripudio di elaborati effetti visivi concentrato in particolar modo nello scontro conclusivo e ultime due sorprese poste durante e dopo i titoli di coda, il momento maggiormente interessante di Thor – Love and thunder si rivela essere quello in bianco e nero, dagli echi quasi espressionisti, ambientato nel Regno delle ombre, in mezzo a mostruose creature assortite.

Chris Hemsworth nei panni di Thor

Per il resto, con i Guns n’roses a dominare la colonna sonora tramite Welcome to the jungle, Paradise city e Sweet child o’ mine e una parte finale dai toni a suo modo bergmaniani spruzzata di romanticismo, ci troviamo dinanzi al consueto, irrilevante blockbuster disneyano d’inizio terzo millennio – con tanto di immancabili e sempre più forzati sottotesti gay – capace di accontentare soltanto i seguaci avengersiani irriducibili.
Un blockbuster più riuscito del citato, dimenticabilissimo Thor: Ragnarok, ma il cui maggiore pregio è, senza dubbio, la velocità attraverso cui scorre via.

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