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Hill of Vision: la vera storia di un uomo che ha fatto la storia

Hill of vision è il nuovo film di Roberto Faenza, prodotto da Jean Vigo Italia con Rai Cinema e distribuito da Altre Storie, in uscita nelle sale il 16 giugno. Il cast è composto da attori italiani e interazionali: Laura Haddock, Elisa Lasowski, Francesco Montanari, Jake Donald-Crookes,Lorenzo Ciamei e Rosa Diletta.
Il nuovo lungometraggio di Roberto Faenza può essere considerato un biopic, ovvero un film biografico, poiché racconta la vera storia di Mario Renato Capecchi, premio Nobel per la medicina nel 2007.
L’illustre genetista nel corso della sua vita ha scoperto i principi per introdurre specifiche modificazioni genetiche nei topi con l’uso di cellule staminali embrionali. Hill of vision si concentra sulla vita dello scienziato nell’infanzia e in seguito nell’adolescenza, facendo luce su un delicato periodo della sua vita dove la Seconda Guerra Mondiale imperversava.
In Alto Adige durante il periodo della Seconda Guerra Mondiale, vive un bambino di solo 4 anni a cui viene strappata dalle braccia la propria madre, arrestata dai fascisti e portata poi in un campo di sterminio. Passano gli anni e il piccolo Mario trascorre l’infanzia come può, in mezzo alla strada, vivendo alla giornata fino a che una volta terminata la guerra, madre e figlio riusciranno a ritrovarsi. I due inizieranno una nuova vita in America, presso la comunità di Hill of Vision (da cui prende nome il film), ma ogni cosa ormai sembra cambiata e la madre di Mario inizia ad avere dei disturbi mentali causati dagli anni trascorsi nei campi di sterminio. E’ proprio in questo periodo della sua vita che Mario, grazie allo zio fisico, scopre la passione per la scienza che non abbandonerà più per tutto il corso della sua vita.
La curiosità e la volontà di riportare sua madre ad una sorta di sanità mentale e psicologica, fanno sì che Mario si appassioni al campo scientifico e fisico inerente ai disturbi mentali e post traumatici.
In questa pellicola quindi la scienza è rappresentata come una salvezza e una forza salvifica che spinge un adolescente riservato, che non riesce ad inserirsi nel nuovo contesto dove vive una nuova vita dopo la Grande Guerra in America, a rifugiarsi nel mondo della fisica per trovare una soluzione ai problemi della sua amata mamma.
Hill of vision ha dei punti tecnici che devono essere sottolineati: in primis la sceneggiatura di cui è autore lo stesso regista Roberto Faenza, che decide di raccontare la storia vera di uno scienziato Premio Nobel e lo fa attraverso i racconti e i ricordi che Mario conserva del suo periodo di bambino e di adolescente. La ricostruzione che ne emerge è estremamente realistica e precisa sia a livello della vicenda personale del protagonista che a livello storico della Seconda Guerra Mondiale.
Molto belle sono anche la fotografia metaforica e a volte concettuale di Giuseppe Pignone e la scenografia di Francesco Frigeri specifica di quel mondo e di quel preciso contesto storico, ma soprattutto emozionante a livello visivo per l’ambientazione che rappresenta i caratteristici paesaggi montuosi verdi e spettacolari del Trentino Alto Adige. Hill of vision è un film adatto a tutti, ma soprattutto è perfetto per tutti i curiosi del mondo della medicina e della scienza che desiderano conoscere la storia di un uomo che partendo dal basso è arrivato a conquistare il Premio Nobel per la medicina nel 2007.

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