In dvd “Cruel jaws”, ovvero Lo Squalo secondo Bruno Mattei

Mustang Entertainmant (www.cgentertainment.it) rende disponibile su supporto dvd un’autentica chicca per gli appassionati irriducibili di exploitation e z-movie made in Italy: Cruel jaws, che, anche conosciuto con il titolo Fauci crudeli, dietro al nome anglofono del suo regista William Snyder nasconde in realtà quello dell’italianissimo Bruno Mattei.
Il Bruno Mattei che i fan dell’horror conoscono benissimo soprattutto per lo zombie movie Virus – L’inferno dei morti viventi e per il post-apocalittico a base di voraci topi Rats – Notte di terrore, e che, scomparso nel 2007, è stato forse l’unico cineasta appartenente all’era d’oro della celluloide di genere tricolore che ha continuato a cavalcarla anche dopo il suo tramonto, concretizzatosi una volta terminati gli anni Ottanta.
Infatti, come molti suoi colleghi si sarebbe potuto tranquillamente fermare ai tempi in cui sfornò Terminator 2, nel 1989, messo in piedi e distribuito in anticipo rispetto al kolossal di James Cameron e che, in realtà, più che un sequel apocrifo del classico della fantascienza interpretato da Arnold Schwarzenegger si rivelò una sorta di rifacimento di Aliens – Scontro finale ambientato in futuristici sotterranei di Venezia.
Invece proseguì senza sosta fino alla sua dipartita, girando addirittura in formato digitale gli ultimi lavori (citiamo soltanto Zombi: La creazione e Nella terra dei cannibali) e continuando a portare avanti la propria filosofia cinematografica consistente nel rifarsi a modelli esteri infarcendo spesso il tutto, addirittura, con materiale di scarto recuperto da altre pellicole.
Proprio come nel caso di Cruel jaws, che, datato 1995, non può rappresentare altro che il tardo esempio nostrano di epigono de Lo squalo di Steven Spielberg (all’estero circola addirittura col titolo Jaws 5), già emulato nello stivale più famoso del globo da titoli quali Sangue negli abissi di Raffaele Donato (e Joe D’Amato alias Aristide Massaccesi non accreditato), Il cacciatore di squali e L’ultimo squalo di Enzo G. Castellari. Lungometraggio, quest’ultimo, da cui, tra l’altro, provengono molte delle sequenze riguardanti il pescecane (quando non si tratta di immagini chiaramente prese da documentari) che terrorizza qui la cittadina di Hampton Bay, in Florida, dove vengono ritrovati i corpi orrendamente mutilati di tre ragazzi tuffatisi nelle acque dell’oceano alla ricerca di un relitto top secret della Marina americana.
Il resto, proprio sulla falsariga del capolavoro spielberghiano, prosegue con il consueto sindaco tutt’altro che propenso ad allarmare i bagnanti e ad annullare la regata d’apertura della stagione balneare, che, come in Tentacoli di Ovidio G. Assonitis, non può fare a meno di trasformarsi nel banchetto ideale per l’affamato mostro dei mari qui tirato in ballo.
E le citazioni si sprecano, da dialoghi “scippati” a Jurassic park alla colonna sonora che riecheggia quella mitica della saga Star wars, fino alla battuta riguardante i castelli in aria ripresa da I Goonies.
All’insegna di un trash cult che, accompagnato nella sezione extra dal trailer e dalla sequenza integrale della regata, non può fare a meno di essere classificato nella categoria definita “So bad it’s good”, costituita da film talmente brutti da finire paradossalmente per risultare divertenti.