Si evolve l’essere umano, si evolve la società, si evolvono le forme di intrattenimento e, con l’evoluzione contemporanea della tecnologia, si evolve in forma virtuale anche tutto ciò che siamo stati abituati ad avere per secoli concretamente tra le mani.
Dunque, come è risaputo comunque fin dai primi anni dell’arrivo dei computer all’interno delle case e nei posti di lavoro, anche le intramontabili carte da gioco hanno finito per ritrovarsi riprodotte in schermi assortiti per essere sfruttate in svariate forme di divertimento. Forme comprendenti anche il mitico solitario, che in tempi di emergenza da Coronavirus ha sicuramente consentito a chi si è ritrovato solo tra le quattro mura cui è stato obbligatoriamente confinato di trascorrere il tempo in maniera molto più piacevole.
Perché è chiaro che, come il sostantivo che lo definisce lascia intuire, si tratta di un gioco che prevede un solo partecipante, e, non essendo presente alcun avversario, a fine partita si parla di “riuscita” anziché di “vittoria”. E, come in qualunque altro gioco che si fa usufruendo delle carte, anche il solitario prevede l’ottenimento di un certo risultato. Ma in alcuni casi il giocatore in questione può scegliere le proprie mosse, mentre in altri esse sono obbligate.
Parlando di quello che è il solitario Free Cell, bisogna innanzitutto precisare che si gioca avendo a disposizione un mazzo di carte anglo-francesi costituito da cinquantadue pezzi disposti a faccia in su, quindi scoperti, nel riquadro denominato “tableau”. Qui avviene una suddivisione in otto colonne così costituite: sei carte nelle ultime quattro e sette nelle prime quattro. C’è però spazio anche per la riserva, in quanto quattro caselle vuote che si trovano in alto, sul lato sinistro, consentono di disporvi le carte (non più di quattro, appunto) che possono non essere utili in un primo momento.
Si comincia sempre con un asso per terminare con un re. L’obiettivo è quello di spostare la totalità delle otto colonne in questione dal tableau alle colonne di scarto (contraddistinte dal proprio seme, che sia fiori, picche, quadri o cuori), ovvero dove devono andare a finire le carte libere. Il tutto, ponendole in ordine ascendente. Di conseguenza, il giocatore, logicamente, comincia con la cancellazione degli assi, per poi proseguire con i due, i tre e conseguenti.
È bene ricordare anche che può essere spostata un’intera fila di carte e che, ogni volta che una colonna finisce per ritrovarsi svuotata, sia una carta qualsiasi che una serie di esse costruita in ordine discendente per colori alterni possono colmare lo spazio rimasto completamente vuoto. I posti liberi nel campo di gioco definiscono, come si può immaginare, il numero di carte che è possibile spostare contemporaneamente. Cosa state aspettando, allora? Aprite il mazzo, mescolate le carte e… buon divertimento con Free Cell!