Hopper e il tempio perduto: l’Indiana Jones animato di Stassen e Mousquet

Nelle sale cinematografiche italiane dal 21 Aprile 2022, Hopper e il tempio perduto parte dai fumetti di Chris Grine per portare in animazione da grande schermo il coraggioso personaggio del titolo.
Una splendida animazione in CGI che provvede a concretizzare il giovane nato metà pollo e metà lepre mirato a suggerire un messaggio di inclusività, di accettazione di sé e degli altri.
Giovane il cui più grande desiderio è diventare un grande avventuriero al pari di re Peter, suo padre adottivo; mentre a rappresentare una minaccia è il proprio zio Lapin, malvagio del regno che è appena evaso di prigione.
È infatti da questo momento che decide di imbarcarsi in un’epica corsa contro il tempo trasudante fin dai primissimi minuti di visione omaggi rivolti allo spericolato archeologo spielberghiano Indiana Jones.
Del resto, se da un lato lo stesso Hopper sfoggia – a cominciare dal cappello – un abbigliamento analogo a quello dell’icona della Settima arte a stelle e strisce incarnata da Harrison Ford, dall’altro è impossibile non avvertire nella colonna sonora evidenti citazionismi musicali rivolti ai mitici temi composti da John Williams per le imprese alternate tra arche perdute, templi maledetti, ultime crociate e teschi di cristallo.
Quindi, man mano che entrano in scena figure quali il ratto Rusty, la tartaruga Abe, il gorilla Luther e Meg, puzzola esperta di arti marziali, risulta subito chiaro che questa co-produzione tra Belgio e Francia diretta a quattro mani da Ben Stassen e Benjamin Mousquet non desideri essere altro che una simpatica variante in disegni del movimentato clima alla base di quelle memorabili avventure.
Non a caso, oltre ad una valanga non mancano sabbie mobili e pareti in movimento fornite di spuntoni; ma c’è anche il tempo di sfoderare scherzosamente l’“Io sono tuo padre” starwarsiano e di guardare in un certo senso all’universo dei videogiochi tirando in ballo particolari maiali capaci di unirsi per formare imponenti mura.
Il tutto, con abbondanza d’ironia, all’insegna del divertimento per tutta la famiglia… anche se Hopper e il tempio perduto soffre in parte di quella freddezza tipica di buona parte dei cartoon prodotti a terzo millennio ormai più che avviato.

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