In arrivo nelle sale cinematografiche il 21 Aprile 2022, Il sesso degli angeli è il quattordicesimo lungometraggio diretto e interpretato da Leonardo Pieraccioni.
Il comico fiorentino veste stavolta l’abito talare di Don Simone, sacerdote di frontiera la cui chiesetta sempre in difficoltà viene frequentata malvolentieri dai giovani, che preferiscono piuttosto incontrarsi sui social network. Fino al giorno in cui viene a sapere che un eccentrico zio gli ha lasciato in eredità un’avviatissima attività a Lugano… che non immagina, però, essere un bordello gestito da Lena alias Sabrina Ferilli.
E non poteva essere incarnato altro che da un luciferino Massimo Ceccherini impegnato in apparizioni ultraterrene il defunto parente; nel corso di una circa ora e mezza di visione che, a cominciare da “Tutto il resto è soia”, gioca in particolar modo con doppi sensi ed equivoci verbali.
Una circa ora e mezza di visione che, con incluso nel mucchio il napoletano Vincenzo Salemme coinvolto in una breve apparizione, tra sexy fanciulle comunque mai svestite e l’apprezzabile scelta di mantenere sempre un certo garbo, nonostante il rischioso argomento trattato, riserva di sicuro uno dei suoi momenti maggiormente divertenti quando conosciamo la sequela di bizzarri clienti delle prostitute.
Man mano che la storica Don’t you want me degli Human League fa da colonna sonora insieme alle musiche di Gianluca Sibaldi e che, nei panni del Giacinto che accompagna il protagonista in questa esilarante avventura, il Marcello Fonte portato alla popolarità da Dogman di Matteo Garrone si conferma un simpatico caratterista di quelli che la Settima arte tricolore non sembra più ormai riuscire ad avere dai lontani anni Ottanta.
È lui, quindi, a rappresentare uno dei più grandi pregi de Il sesso degli angeli, gradevole commedia che, strutturata su una sceneggiatura – a firma dello stesso Pieraccioni affiancato dal Filippo Bologna regista di Cosa fai a Capodanno? – piuttosto esile e poggiante su pochissime idee, riesce in ogni caso nell’impresa di strappare diverse risate allo spettatore… generando qualche dubbio soltanto per quanto riguarda la discutibile morale verbalmente e allegramente sbandierata: “È meglio una puttana allegra che una moglie triste”.
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