Dal VHS allo streaming: un’evoluzione lunga 40 anni

Guardare un film a casa comodamente seduti sul divano è per molti una delle attività più rilassanti e piacevoli in assoluto, resa anno dopo anno sempre più coinvolgente dall’uso di tecnologie avanzate che arricchiscono questo tipo di esperienza. Se in principio gli appassionati potevano contare sulle videocassette, oggi è lo streaming digitale a portare su smart TV e altri dispositivi il meglio del cinema e non solo: ma come si è evoluto questo mondo negli ultimi 40 anni circa?

Primi VHS, il cinema entra nelle case
I primi veri tentativi di creare un supporto per la registrazione di video risalgono al 1975, quando Sony brevettò il suo Betamax, ma in realtà è solo dagli anni ’80 che si è avuta una diffusione su larga scala dei sistemi per registrare e riprodurre video in ambito domestico. Furono infatti le videocassette (VHS, Video Home System) inventate da JVC ad affermarsi al grande pubblico grazie alla loro maggiore economicità: nonostante una qualità inferiore rispetto al Betamax, infatti, il sistema VHS permetteva di registrare anche fino a 4 ore a costi assolutamente sostenibili.

Il boom delle videocassette ha segnato l’ingresso del cinema all’interno delle case: in molti, infatti, hanno cominciato a preferire l’acquisto e soprattutto il noleggio di film in VHS da guardare sul proprio divano, senza contare la passione di tanti per la registrazione di filmati homemade per conservare ricordi di famiglia, esperienze di viaggio ed eventi speciali. Per quasi un ventennio, così, il VHS ha rappresentato un compagno di vita di milioni di persone, almeno fino all’avvento dei DVD.

L’avvento del DVD sul mercato audiovisivo
Ad avvicinare il VHS alla pensione ci ha pensato, dalla fine degli anni ’90, il DVD, ossia un supporto simile ai tradizionali CD già in uso per l’ascolto di musica e in campo informatico, ma con una capacità di archiviazione molto superiore. Proprio questa caratteristica ha permesso ai DVD di affermarsi come supporto privilegiato per la distribuzione di materiale video, film in primis, e di portare nelle case un nuovo modo di guardare prodotti cinematografici (e non solo).

Maggiore qualità video, nessun rischio di smagnetizzazione e contenuti extra sono alcune delle caratteristiche che hanno portato il DVD a imporsi in breve tempo nel settore, tanto che le stesse attività specializzate nel noleggio di videocassette si sono dovute rapidamente convertire a questa nuova tendenza, questo almeno fino agli anni 2000, quando il digitale ha sovvertito le regole e ha introdotto nuove modalità di fruizione dei contenuti, basate su sistemi avanzati di trasmissione e su un’offerta sempre più ampia e personalizzabile.

Film e contenuti video in digitale: la rivoluzione dello streaming
Il fallimento del colosso Blockbuster nel 2013 rappresenta forse l’evento simbolicamente più importante in quella che può essere definita la “guerra tra fisico e digitale”. L’affermazione delle TV a pagamento prima e l’introduzione di sistemi per la visione di contenuti on demand tramite web in un secondo momento hanno infatti portato al crollo dei tradizionali supporti audio e video, scalzati dalle ormai famose piattaforme di streaming.

Le tecnologie digitali sono entrate ormai a far parte di ogni ambito della nostra vita, fornendoci soluzioni adatte sia per l’intrattenimento, come accade per esempio con le piattaforme per giocare online a svaghi come le slot, che per tanti altri servizi di pubblica utilità, dal remote banking all’organizzazione del lavoro, e chiaramente il loro impatto non poteva che essere esplosivo in un settore fortemente innovativo come quello multimediale.

Oggi la visione di film, serie TV, documentari, cartoni animati e ogni altro tipo di contenuto video passa attraverso lo streaming, un sistema di trasmissione che sfrutta la rete internet e che permette di guardare contenuti non soltanto in TV ma anche su altri dispositivi, come PC, tablet e perfino smartphone. La praticità d’uso di queste piattaforme, unita a prezzi accessibili a tutti e all’ampiezza dei cataloghi, ha fatto sì che anche i più tradizionalisti si convertissero al digitale, una tendenza dimostrata dai quasi 14 milioni di abbonamenti attivi in Italia sui principali servizi on demand che non accenna a rallentare.