È il soggetto che fu nel 2005 alla base del danese Ambulancen diretto da Laurits Munch-Petersen a fare da idea di partenza allo statunitense Ambulance, in arrivo al cinema il 23 Marzo 2022 e assolutamente da non confondere con il The ambulance concepito nel 1990 dal compianto Larry Cohen, approdato in Italia direttamente in home video come L’ambulanza.
Un soggetto che, a tre anni dal 6 Underground diffuso nel 2019 sulla piattaforma Netflix, spinge Michael Bay a tornare alla regia per inscenare la semplicissima vicenda di due fratelli allontanatisi nel corso della crescita ma destinati a riavvicinarsi quando uno dei due, veterano di guerra interpretato da Yahya Abdul-Mateen II e divenuto da poco genitore, si rivolge all’altro perché una malattia che ha colpito la moglie lo porta a necessitare di un ingente somma che gli consentirebbe di sottoporla ad un delicato intervento sperimentale. E tutto sarebbe normale se l’altro, dal volto di Jake Gyllenhaal e che ha deciso di ricalcare l’esistenza del padre criminale, non riuscisse a coinvolgerlo in un grosso colpo per svaligiare la banca di Los Angeles.
Colpo in cui, come avviene in questa tipologia di operazioni in fotogrammi, è incluso ovviamente un imprevisto destinato a far prendere alla storia raccontata la piega da action movie senza tregua che potremmo qui in un certo senso accostare all’arcinoto Speed firmato nel 1994 da Jan de Bont.
Perché, se allora avevamo un autobus lanciato a tutta velocità al fine di evitare l’esplosione di una bomba innescata per detonare una volta che la lancetta del quadrante di guida scendeva al di sotto delle cinquanta miglia orarie, adesso ci troviamo a bordo di un’ambulanza su cui i due rapinatori si sono messi in fuga tenendo in ostaggio una Eiza González paramedico e un poliziotto gravemente ferito.
Del resto, è proprio un teso e sanguinoso intervento chirurgico eseguito su quest’ultimo nel veicolo in corsa a rappresentare uno dei momenti maggiormente assurdi di Ambulance, immerso fin dai primissimi minuti di visione nei consueti ralenti da estetica “erotizzante” di Bay e caratterizzato da montaggio serrato e macchina da presa in continuo movimento.
Un Bay che gioca addirittura di autoironia nel far citare verbalmente ai personaggi suoi lavori quali The rock e Bad boys e che, come al solito, non bada affatto a spese quando c’è da esagerare in spettacolarità.
Quindi, senza alcuna pretesa ed evitando di pretendere originalità, non rimane che abbandonarsi – armati di tanta sospensione dell’incredulità – dinanzi allo sfoggio di sparatorie, inseguimenti automobilistici ed elicotteri in volo… anche se Ambulance non fatica nel rivelarsi eccessivamente fracassone e tirato per le lunghe (siamo sulle due ore e un quarto di durata).
Guarda il trailer