In uscita nelle sale cinematografiche italiane il 27 Gennaio 2022, La fiera delle illusioni – Nightmare alley prende avvio in un luna park itinerante degli anni Trenta, dove troviamo il mai disprezzabile Bradley Cooper nei panni dell’imbroglione Stanton che fa conoscenza con la chiaroveggente Zeena e suo marito ex mentalista Pete, ovvero Toni Collette e David Strathairn. Un incontro destinato a spianare al carismatico individuo la strada per il successo, in quanto, con la narrazione che provvede poi a spostarsi a due anni più tardi, grazie alle nuove abilità apprese lo troviamo impegnato a cercare di truffare l’alta società newyorkese degli anni Quaranta; in particolare, il pericoloso magnate Ezra Grindle, interpretato da Max Jenkins. Impresa in cui da un lato è affiancato dalla virtuosa Molly alias Ronney Mara, dall’altro cerca l’aiuto della dottoressa Lilith Ritter incarnata da Cate Blanchett, misteriosa psichiatra che potrebbe essere la sua più temibile avversaria.
Uno stuolo di grandi nomi cui vanno ad aggiungersi Willem Dafoe e Ron Perlman rispettivamente nei ruoli di Clem Hoatley, imbonitore del luna park, e dell’altro giostraio Bruno; nel corso di un’operazione che il vincitore del premio Oscar Guillermo del Toro deriva dal medesimo romanzo scritto da William Lindsay Gresham che fu già fonte d’ispirazione, nel 1947, per La fiera delle illusioni di Edmund Goulding.
Un’operazione tra i cui dichiarati modelli di riferimento, però, rientra anche il chiacchieratissimo classico di Tod Browning Freaks; sebbene coloro che, considerando che dietro la macchina da presa si trovi un cineasta da sempre dedito a tipologie di vicende a base di elementi fantastici (ricordiamo soltanto Il labirinto del fauno e La forma dell’acqua), rischino non poco di rimanere delusi.
E non sono i soli, visto che anche il trailer del film promette toni da favola horror d’ambientazione circense che, invece, una volta superati i primi minuti di visione vengono del tutto abbandonati in favore di un racconto tipicamente noir.
Racconto che, nell’inscenare il sogno americano che va alla deriva in modo sconsiderato, tira anche in ballo la neve nel probabile tentativo di rendere l’insieme visivamente più accattivante; ma senza riuscire in alcun modo a coinvolgere lo spettatore, ammorbato da lungaggini e lentezza generale che lasciano tranquillamente pensare il tutto si sarebbe potuto concretizzare in mezz’ora d’immagini.
Mentre, con qualche uccisione inclusa nel mucchio, La fiera delle illusioni – Nightmare alley arriva addirittura a toccare le insostenibili due ore e mezza di durata, lasciandosi apprezzare soltanto per quanto riguarda la notevole cura di scenografie e fotografia (ma non è certo una novità, con la fortuna che spendono per mettere in piedi colossi in fotogrammi di questo tipo).
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