Ispirato al libro Ero in guerra ma non lo sapevo (edito da A.CAR Edizioni), uscirà il 24, 25 e 26 gennaio 2022 l’omonimo film diretto da Fabio Resinaro, interpretato da Francesco Montanari e Laura Chiatti.
La vicenda ricostruisce gli ultimi giorni di vita di Pierluigi Torregiani, titolare di una gioielleria a Milano, ucciso nel 1979, nei cosiddetti “anni di piombo”, in un agguato dai Proletari Armati per il Comunismo.
Pierluigi Torregiani (Francesco Montanari), un gioielliere che si è fatto da sé, subisce un tentativo di rapina in cui muore un giovane bandito. Non è stato lui a sparare, ma molti giornali lo accusano di essere un giustiziere borghese. La tensione politica dell’epoca lo rende un obiettivo perfetto per i PAC, gruppo di terroristi guidato da Cesare Battisti, che individuano in lui un colpevole da punire.
Torregiani e la sua famiglia ricevono minacce di morte: il pericolo è così concreto che gli viene assegnata una scorta. Ma le intimidazioni non si fermano: sempre più invasive, lo condizionano nel lavoro e soprattutto nei rapporti con i famigliari, che si consumano fino a sfiorare la rottura.
Ero in guerra ma non lo sapevo racconta un uomo che, sotto attacco suo malgrado, vive una profonda crisi famigliare che si “ricompone” solo dopo la sua morte, avvenuta per mano di sedicenti rivoluzionari.
La vicenda di cronaca viene raccontata da un punto di vista totalmente nuovo e personale: «La scelta è stata quella di rimanere incollati all’essere umano, Pierluigi Torregiani – dichiara il regista – non solo il gioielliere ma anche il padre, il personaggio e l’uomo. Il cinema, in questo senso, ci dà per la prima volta l’occasione di respirare con lo stesso protagonista, avvicinandosi alla sua percezione e alle sue emozioni; per dare uno sguardo al contesto che da sempre ha descritto la vicenda stessa da un nuovo punto di vista, questa volta interno».
Francesco Montanari ha specificato che non si è voluto realizzare un docufilm, ma un film ispirato a una storia di cronaca italiana: «Non ho fatto il vero Torregiani, ma mi sono attenuto a quello che c’era scritto sulla sceneggiatura, insieme al regista abbiamo cercato di trovare la nostra versione del personaggio. Raccontiamo di un uomo molto pragmatico abituato a gestire le sue responsabilità che a un certo momento viene immerso in una dinamica di prepotenza e di arroganza più forte di lui e non accetta che la sua vita debba cambiare per colpa di qualcun altro. Può sembrare un uomo arrogante perché questo deriva da un’indole caratteriale di un uomo sicuro di sé. Messa alle strette la sicurezza può sembrare a un certo punto arroganza, in quanto lui non deve mostrare la debolezza ma deve far credere che la sicurezza è nelle sue mani».
Il film è prodotto da Luca Barbareschi per Eliseo Multimedia in collaborazione con Rai Cinema.
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