Matrix Resurrections: forse non ne siamo mai usciti

Un reboot leggendario. Questo forse la frase più adatta per citare il nuovo “architetto” di Matrix interpretato da un bravissimo Neal Patrick Harris, storico Barney Stinsons della serie tv How Met your mother, dove usava a ripetizione la parola “leggendario”.
Senza dubbio l’operazione di Lana Wachowsky, un tempo uomo, era molto ambiziosa e ricca di insidie.
Spesso queste operazioni di riportare sullo schermo personaggi iconici portano a pessime idee, attori imbolsiti, una storia che si ripete come quella di condurci di nuovo nella tana del Bianconiglio che 22 anni fa quando ancora internet e i social era uno oggetto misterioso aveva stregato gli spettatori.
Invece no, sebbene il film necessita, anzi obbliga, i più giovani all’assoluta visione della trilogia precedente, l’opera della Wachowsky e del suo team centra in pieno l’obiettivo. Un fan service per gli aficionados della saga convinti ormai da tempo di vivere realmente nel Matrix, compreso il sottoscritto che a metà della proiezione stampa ha visto un addetto dell’antipirateria, in perfetto abito stile Mr. Smith, nel buio della sala puntare un laser e redarguire un giornalista che non aveva la mascherina. Decisamente in questo momento a dir poco distopico della storia umana il quarto capitolo della saga giunge davvero al momento giusto.

Keanu Reeves e Carrie-Anne Moss rispettivamente nei ruoli di Neo/Thomas Anderson e Trinity

Un perfetto mix di nostalgia con citazioni della prima trilogia con tanto di scene con i due protagonisti ormai sempre più romantici come Keanu Reeves in perfetta forma, grazie anche alla trilogia John Wick, e Carrie Ann Moss che viene appellata nel film come splendida MILF, e lo è, che riprendono i loro personaggi.
La scelta di Matrix Resurrections è di partire dal primo iconico film, rielaborare la storia con tanti riferimenti e citazioni ed una buona dose di ironia che strizza l’occhio allo spettatore più smaliziato, ma con alcune scelte geniali che vogliamo lasciare scoprire nella visione del film, decisamente godibile, seppur con mascherina, sul grande schermo. Thomas Anderson, ovvero Keanu Reeves, questa volta tornerà ad affrontare quello che crede essere solo frutto di un suo sogno assurdo dovuto al suo lavoro di game designer di videogiochi, guarda caso reduce dal grande successo del gioco Matrix.
La scelta di riprendere i vecchi personaggi, ma con nuovi attori, ed aggiungere altre interessanti novità ci permette di evitare di vedere un Morpheus ingrassato, al contrario questa volta troviamo un Yahya Abdul-Mateen, con un look da urlo. Bugs che assume il ruolo di portarti o riportarci nel Matrix interpretata da Jessica Henwick e tanti altri nuovi attori resi celebri da serie tv e film recenti che si inseriscono alla perfezione nel duo Neo-Trinity. Inoltre tanti nuovi occhiali che siamo convinti a breve diventeranno il nuovo must da indossare.
Evitiamo davvero di anticipare altro sulla storia, a chi magari pensa di vedere la solita vecchia storia con bullet time estremo (ma ci sta ed è davvero estremo), al contrario tanto di cappello a regista, cast e team creativo per aver confezionato il perfetto reboot, ed era davvero difficile dopo 22 anni. Tanta critica sociale rende Matrix Resurrections come il primo di nuovo iconico ed attuale, e la famosa scelta tra pillola blu e pillola rossa in tempio di vaccini e future pillole anti-covid lascia davvero da riflettere; forse non siamo mai usciti dal Matrix.

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