Home Magazine Entertainment “E’ stata la mano di Dio”: la grandezza del cinema autobiografico

“E’ stata la mano di Dio”: la grandezza del cinema autobiografico

Il nuovo film scritto e diretto da Paolo Sorrentino dal titolo È stata la mano di Dio, prodotto da The Apartment e distribuito da Netflix, è stato presentato in concorso alla 78° edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia dove si è aggiudicato il Leone d’Argento – Gran Premio della Giuria e ad oggi è stato selezionato per rappresentare l’Italia ai Premi Oscar 2022 nella categoria miglior film internazionale.
Il film vanta un cast tutto italiano dai nomi importanti come: Filippo Scotti nei panni del protagonista Fabietto; Toni Servillo è Saverio, il padre di Fabietto; Teresa Saponangelo interpreta Maria, madre di Fabietto; poi in seguito troviamo Luisa Ranieri; Massimiliano Gallo; Renato Carpentieri; Cristiana Dell’Anna ed Enzo Decaro. La pellicola racconta la storia di una famiglia borghese di Napoli degli anni 80 dove al centro di tutto c’è il figlio più piccolo Fabio che tutti chiamano Fabietto, un ragazzo molto sensibile indeciso sul suo futuro dopo il liceo classico ed innamorato di sua zia Patrizia, una donna tanto dolce e problematica quanto provocante e bella. La famiglia Schisa è composta da personaggi bizzarri e surreali che con i loro atteggiamenti e comportamenti caricaturali sembrano far parte di una commedia napoletana da far invidia a Eduardo De Filippo. Infatti sono proprio i personaggi della famiglia Schiva più che la città di Napoli a donare al film di Sorrentino quel senso profondo di napoletanità che lo rende unico nel suo genere.
La pellicola può essere divisa in due parti precise e ben distinte dove nella prima parte abbiamo un tono leggero e scanzonato, tipico di una commedia che però riserva sempre un accento nostalgico e malinconico, mentre nella seconda parte si avverte un grande cambiamento di registro dove il vero dramma viene fuori improvvisamente. La vita di Fabietto viene sconvolta inaspettatamente da due eventi di natura opposta: l’arrivo di Maradona al Napoli nel 1984 che rende tutti i componenti della famiglia Schiva entusiasti e un grave incidente che colpisce i genitori di Fabietto rompendo per sempre l’armonia familiare. Da questo tragico evento tutto cambia e il nostro giovane protagonista si affaccia davanti alle domande universali della vita chiedendosi prima di tutto cosa vuole davvero fare da grande e lo fa scavando a fondo nel suo cuore. Ecco che la cassetta del film C’era una volta in America di Sergio Leone che aveva preso con il padre ora diventa la vera salvezza di Fabietto. Il giovane capisce solo ora cosa vuole davvero fare della sua vita confessandolo per la prima volta solo a sua zia Patrizia: il ragazzo sogna di intraprendere la carriera cinematografica diventando regista di film. L’ultima parte del film Sorrentino la dedica quindi al cinema, vera forza salvifica che aiuta il ragazzo a credere ancora alla speranza e ad una vita dove l’immaginazione possa prendere il posto della realtà che è diventata ormai troppo opprimente e faticosa per il giovane protagonista. Ricordiamo che E’ stata la mano di Dio è una pellicola di stampo puramente autobiografico dove Paolo Sorrentino mette a nudo sé stesso raccontando la sua vita e la sua infanzia.
La pellicola è sicuramente una delle più belle e ben riuscite del maestro Sorrentino che con questa opera autobiografica supera sé stesso. L’uscita del film in sala è prevista per il 24 novembre, mentre a partire dal 15 dicembre sarà disponibile su Netflix.

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