Dall’8 al 12 novembre torna la XIX edizione del BAFF – B.A. Film Festival – con la direzione artistica di Paola Poli e Steve Della Casa a Busto Arsizio e che fa seguito agli appuntamenti di settembre. Tra gli ospiti attesi: Francesco Fei, Stefano Mordini, Giorgio Verdelli, Renzo Carbonera, Alessandro Haber, Elisabetta Villaggio e Lucio Piccoli insieme al compositore Fabio Frizzi.
Al festival anche alcune attese anteprime rispetto all’uscita theatrical. Tra queste il 10 novembre Takeaway di Renzo Carbonera che sarà presente al festival. Si tratta dell’ultimo film interpretato da Libero De Rienzo e presentato ad Alice nella Città. Maria è un’atleta, una marciatrice orgoglio di suo padre, che vorrebbe vederla coronare un sogno di successo. La madre è più scettica, sebbene Johnny (De Rienzo), compagno della ragazza, che ha quasi il doppio dei suoi anni, sappia come tenere vivo il sogno di Maria e dei suoi genitori. Per questo motivo, Johnny ha il frigo pieno di boccette avendo, in passato, aiutato molti giovani atleti con sostanze illegali. Tom è uno di questi e sta cercando Johnny, ritenendolo responsabile del fatto che il doping gli abbia rovinato carriera e salute. Ma i piani di vendetta di Tom si infrangono quando lui e Maria iniziano una relazione e i dubbi di lei crescono, come una febbre incontrollabile. La resa dei conti è inevitabile in un ambiente ristretto e scosso da debiti e fallimenti in cui si diffonde un bisogno urgente di nuove speranze.
Per il cinema Made in Italy nelle scuole l’8 novembre sarà proiettato Cosa sarà di Francesco Bruni. Il film, che ha partecipato a oltre 70 Festival nel mondo, è il racconto autobiografico della malattia del regista. Cosa sarà ha ottenuto sei candidature ai Nastri d’Argento e tre ai David di Donatello. Kim Rossi Stuart ha vinto il Nastro d’Argento per il Migliore Attore Protagonista e quello per la Migliore Sceneggiatura insieme a Francesco Bruni. Bruno Salvati è un regista di scarso successo, reduce dalla separazione dalla moglie Anna da cui ha avuto due figli, la ventenne Adele e il diciassettenne Tito. A seguito di un malore gli viene diagnosticata una patologia che richiede l’intervento di un donatore. Tutti i suoi rapporti familiari vengono rimessi in discussione, compreso quello con suo padre Umberto, depositario di un segreto che costringerà Bruno ad affrontare un viaggio alla ricerca di qualcuno che lo possa aiutare.
Il 9 novembre sarà presentato Mi chiedo quando ti mancherò di Francesco Fei che accompagnerà il film al festival. Amanda ha diciassette anni e un passato difficile. Per affrontare il mondo ha creato un’amica immaginaria, esuberante e politicamente scorretta, che la guida nella più difficile delle sfide – crescere e impadronirsi della propria vita. La sua è una storia di coraggio e determinazione, avventurosa e romantica, feroce eppure buffa.
Il 10 novembre sarà la volta di Non odiare di Mauro Mancini. In una città del nord-est vive Simone Segre (Alessandro Gassmann), affermato chirurgo di origine ebraica: una vita tranquilla, un appartamento elegante e nessun legame con il passato. Un giorno, Simone si trova a soccorrere un uomo vittima di un pirata della strada, ma quando scopre sul suo petto un tatuaggio nazista, lo abbandona al suo destino. Preso dai sensi di colpa, rintraccia la famiglia dell’uomo: Marica (Sara Serraiocco), la figlia maggiore; Marcello (Luka Zunic), adolescente contagiato dal seme dell’odio razziale; il “piccolo” Paolo (Lorenzo Buonora). Verrà la notte in cui Marica busserà alla porta di Simone, presentandogli inconsapevolmente il conto da pagare.
L’11 novembre sarà presentato Come un gatto in tangenziale – Ritorno a coccia di morto di Riccardo Milani. Tre anni dopo. Monica e Giovanni si sono lasciati, così come Alessio e Agnese che, però, si rincontrano in un pub di Londra dove lui lavora come cameriere. A Roma intanto Monica finisce in carcere. Per uscire dai guai e in cerca di aiuto chiama Giovanni che riesce a far commutare la detenzione con un lavoro nella parrocchia di San Basilio guidata dal bellissimo Don Davide. Tra differenze, che danno vita a situazioni esilaranti, Monica e Giovanni scoprono di essere davvero innamorati e pronti a rendere pubblica la loro relazione, ma un inaspettato epilogo li costringe nuovamente a rimandare.
Il 12 novembre, alla presenza del regista, sarà proiettato Il talento del calabrone di Giacomo Cimini. Steph, giovane dj radiofonico in forte ascesa, ha guadagnato popolarità sui social media e ogni sera conduce un programma in radio di grande seguito, durante il quale riceve telefonate dai fan. Una sera, una chiamata lo raggela: dall’altro lato, uno sconosciuto annuncia che ha intenzione di togliersi la vita facendosi esplodere nel bel mezzo della città. Steph cerca di gestire la situazione come meglio può. Si adopera così a far parlare il più possibile il suo interlocutore per evitare il peggio mentre una task force guidata dalla risoluta poliziotta Rosa Amedei cerca di risalire all’uomo per bloccare un piano più complicato di quanto comunicato.
Due gli appuntamenti dedicati alla musica durante il festival. Il 9 novembre ci sarà l’incontro sulle colonne sonore per la rassegna “I mestieri del cinema” a cura del compositore Fabio Frizzi. Frizzi è uno dei collaboratori storici del regista Lucio Fulci, per il quale ha composto le colonne sonore di film divenuti cult quali Zombi 2, Paura nella città dei morti viventi e…E tu vivrai nel terrore! L’aldilà. Quentin Tarantino ha inserito nella colonna sonora del suo Kill Bill: Volume 1 un brano scritto proprio da Frizzi presente in Sette note in nero, diretto da Fulci nel 1977.
L’11 novembre sarà proiettato Ezio Bosso. Le cose che restano di Giorgio Verdelli che sarà presente al festival. Al centro della carriera e dell’esistenza di Ezio Bosso (1971-2020), che è stata quanto di più atipico si possa immaginare, sia per le vicende personali che professionali, c’è sempre stato l’amore per l’arte, vissuta come disciplina e ragione di vita. Nel film, il racconto è affidato allo stesso Bosso, attraverso la raccolta e la messa in fila delle sue riflessioni, interviste, pensieri in un flusso di coscienza che si svela e ci fa entrare, come in un diario, nel suo mondo. La narrazione è stratificata, in un continuo rimando fra immagine e sonoro. Le parole dell’artista si alternano alla musica, la sua seconda voce, e alle testimonianze degli amici, della famiglia e dei collaboratori che contribuiscono a tracciare un mosaico accurato e puntuale della sua figura.
Per i documentari sul cinema l’8 novembre nel giorno del terzo anniversario della morte di Max Croci il Festival ricorderà ancora una volta l’amato regista di Busto Arsizio con A proposito di Max il doc prodotto da Sky. Per l’occasione sarà anche inaugurata una videoteca in suo nome.
Al BAFF il giorno 9 novembre sarà presentato Django & Django – Sergio Corbucci Unchained di Luca Rea e Steve Della Casa. Quentin Tarantino, narratore d’eccezione, racconta perché Sergio Corbucci è “il secondo miglior regista di western italiani”, come afferma un personaggio nel suo recente film C’era una volta a Hollywood e come conferma la sua scelta di realizzare Django Unchained ispirandosi a un film di Corbucci degli anni Sessanta. Materiali d’epoca inediti, testimonianze, ricostruzioni per raccontare un cinema e un’epoca irripetibili. Con le testimonianze di Franco Nero (l’attore preferito di Corbucci) e Ruggero Deodato (l’aiuto regista di Django), con i super8 inediti realizzati sui set dei film del regista romano, con le immagini degli anni in cui il cinema italiano sapeva parlare a tutto il mondo. E con le animazioni che ricostruiscono un clima, uno spirito, un modo di vivere e di concepire il cinema.
il 10 novembre sarà proiettato Fellini – Io sono un clown di Marco Spagnoli. Al centro la strana e meravigliosa storia di Peter Goldfarb, il giovanissimo produttore americano che nel 1967 convinse, per la prima volta, Federico Fellini, il più grande regista di tutti i tempi, a lavorare per la televisione americana.
Tra le masterclass grande attenzione il 12 novembre per quella sul ruolo sempre più attivo e importante delle Film Commission tenuta da Luciano Sovena Presidente di Roma Lazio Film Commission dal titolo “Le Film Commission: un aiuto concreto alle produzioni” riservata agli studenti dell’Istituto Cinematografico Michelangelo Antonioni.
Attesissimo anche l’incontro del 10 novembre sulla censura che prenderà spunto da quanto accaduto a La scuola cattolica di Stefano Mordini, presente al festival, uscito in sala con il divieto ai minori di diciotto anni, riportando il dibattito sulla censura nel cinema. Per l’occasione sarà proiettato il film che racconta una delle pagine più terribili della cronaca nera del nostro Paese: il massacro del Circeo del 1975. I responsabili sono ex studenti di quella scuola frequentata anche da Edoardo, che prova a raccontare cosa abbia scatenato tanta cieca violenza in quelle menti esaltate da idee politiche distorte e da un’irrefrenabile smania di supremazia. Le famiglie borghesi dalle quali provenivano erano chiuse nella convinzione che, in quel contesto, i loro figli potessero crescere protetti dai tumulti che stavano attraversando la società civile italiana di quegli anni e che una rigida educazione potesse spalancare loro le porte di un futuro luminoso.
Per la sezione “BAFF in libreria” saranno presentati tre libri accompagnati dagli autori. Il 10 novembre Fantozzi dietro le quinte di Elisabetta Villaggio. Un memoir privato e insieme un racconto corale, un’incursione autentica nella vita di Paolo Villaggio e poi un’altra, inedita e fitta di testimonianze di prima mano, nel dietro le quinte del suo personaggio più memorabile: Ugo Fantozzi. Dall’infanzia a Genova alle sere d’estate a Boccadasse, dall’amore vero incontrato a vent’anni al suo debole per Buñuel, senza dimenticare la gavetta romana, iniziata in uno scantinato umido a Trastevere culminata poi con Federico Fellini e l’amicizia con Fabrizio De André. E poi l’ansia congenita, il cibo come atto di sfogo, il ritiro, la malattia. Questa è la storia di «uno che la felicità l’ha quasi perseguitata» e che, quando se n’è andato, l’ha fatto tra gli applausi. Tra novantadue minuti di applausi, s’intende.
Sempre per “BAFF in libreria” l’11 novembre sarà presentato Una vita da impresario di Lucio Piccoli. Appassionato di teatro fin dalla tenera età, Lucio Piccoli si racconta senza riserve intervallando aneddoti divertenti, privati e professionali, a riflessioni profonde. Il racconto autobiografico di un uomo capace di affrontare i cambiamenti, e rimettersi in gioco più volte senza mai rinunciare alla propria passione. Un uomo che ha fatto dell’autoironia, dell’amore per il proprio lavoro e del rispetto dell’artista le chiavi del proprio successo.
Il 12 novembre si terrà la presentazione di Volevo essere Marlon Brando (ma soprattutto Gigi Baggini) in cui Alessandro Haber si racconta, per la prima volta, in un’autobiografia schietta, sincera e fuori dagli schemi, come del resto è lui stesso. Libero, creativo, nevrotico, appassionato, straripante: Haber fa ridere e commuovere. Come sul palcoscenico sfilano protagonisti e comparse, anche in queste pagine il racconto di una vita segue un flusso a volte imprevedibile, accelerato, talvolta persino centrifugo, ma sempre incredibilmente potente, e ci restituisce la vitalità istintiva di un attore straordinario e irripetibile come Alessandro Haber.
Non mancherà il consueto Concorso BAFF in corto con la selezione di cortometraggi del Festival, che si affiancano a lungometraggi e documentari.
Il BAFF – B.A. Film Festival diretto da Steve della Casa e Paola Poli è organizzato da B.A. Film Factory, presieduta da Alessandro Munari, con il Comune di Busto Arsizio e l’Istituto Cinematografico Michelangelo Antonioni.