Ai confini del male: il thriller di Vincenzo Alfieri

Arriva il 1° Novembre 2021 su Sky Cinema e in streaming su NOW Ai confini del male, thriller prodotto da Fulvio e Federica Lucisano che segna la terza collaborazione tra i due e il giovane regista Vincenzo Alfieri, autore della commedia supereroistica I peggiori e dell’heist movie Uomini d’oro.
Thriller al cui centro troviamo due carabinieri completamente diversi tra loro: il Meda interpretato da Edoardo Pesce, vittima delle proprie ossessioni e psicosi da quando ha perso moglie e figlio in un incidente d’auto, e l’integerrimo Capitano Rio, ovvero Massimo Popolizio, inflessibile e rigoroso, nonché fiore all’occhiello dell’arma.
Una coppia di protagonisti di cui il secondo si trova improvvisamente rapito il figlio da quello che sembrerebbe essere il cosiddetto Orco, come venne definito dalla stampa dieci anni prima il misterioso individuo che nello sperduto paese dove vivono, al limite del bosco, sequestrò e uccise alcuni adolescenti dopo averli torturati.
D’altra parte, al primo impatto non risulta affatto difficile avvertire chiari echi provenienti dal torture porn proto-Saw nella visione di Ai confini del male; ma ad Alfieri non sembra affatto interessare il sensazionalismo da sofferto horror condito di splatter e, escludendo qualche fugace macabro dettaglio, si concentra in particolar modo sull’indagine portata progressivamente avanti per scovare il colpevole.
E, a cominciare dai titoli di testa che si rifanno chiaramente a quelli del Millennium – Uomini che odiano le donne di David Fincher, s’intuisce chiaramente che il tentativo dell’operazione sia quello di scimmiottare all’italiana il cinema di colui che realizzò Seven.

Da sinistra, Edoardo Pesce e Massimo Popolizio in una scena del film

Guardando anche alla serie televisiva True detective; man mano che il tutto si rivela tecnicamente valido per merito soprattutto della fotografia a cura di Davide Manca.
Peccato, però, che la lenta evoluzione narrativa non tardi a trasformarsi in autentica fiacchezza e che la fase conclusiva di Ai confini del male non fatichi nell’apparire eccessivamente tirata per le lunghe.
Oltretutto con una soluzione finale che ricorda più o meno vagamente quelle di altre pellicole, da Mystic river di Clint Eastwood a Prisoners di Denis Villeneuve.

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