Dopo il trionfo veneziano e la meritata Coppa Volpi per la sua protagonista Penélope Cruz, esce finalmente il 28 ottobre Madre paralelas, quasi un sunto di tutto il cinema di Pedro Almodóvar.
Una pellicola che contiene tutto, lacrime, abbracci, sorrisi, tenerezza, un melodramma cinematografico molto efficace a cui si lega anche una ricerca storica legata all’oscuro passato della guerra civile spagnola, una ferita mai rimarginata nel Paese, ancora pieno ancora di divisioni.
Madres paralelas oltre alla bravissima Cruz vede l’altrettanto bella e brava Milena Smit, autentica scoperta di Pedro, dopo averla vista in azione in un film action e rivelatasi con un premio Goya nella serie Netflix Alma, in ruolo davvero perfetto per la giovane attrice.
Le due donne conducono tutta la storia che si incrocia con la ricerca di Janis (Penélope Cruz) per il recupero della salma del nonno ucciso dai falangisti durante la guerra civile, aiutato dall’antropologo forense Arturo (Israel Elealde), il quale durante la relazione mette incinta Janis, che incontra Ana (Milena Smit), la sua giovane compagna di stanza e di parto vittima in realtà di una gravidanza non desiderata.
La nascita delle due bimbe porterà le due donne ad un tenero incrocio delle loro vite, fatto anche di risvolti tragici.
Non ci pare corretto anticipare oltre di questa bellissima storia, girata come sempre con maestria dal maestro spagnolo, e interpretata in modo altrettanto magistrale dalle due attrici. Una storia in realtà molto vera, che tocca tantissime corde del cinema di Almodóvar, che ci parla alla fine anche dei danni arrecati dal regime di Franco, e con una citazione finale di Eduardo Galeano (lo scrittore uruguayano) regala una degna conclusione ad una storia davvero coinvolgente. Una vicenda per lo spettatore che vedrà letteralmente volare le due ore della pellicola e che resterà affascinato da queste di due madri che alla fine uniranno i loro destini nella ricerca finale della verità.
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