“Come un gatto in tangenziale – Ritorno a Coccia di Morto”: l’avventura continua…

Il successo di Come un gatto in tangenziale, uscito nel 2017, ha sicuramente lasciato un segno indelebile nella commedia cinematografica italiana, per cui un sequel avrebbe meritato un consenso indiscusso. Ed ecco così Ritorno a coccia di Morto, diretto ancora una volta da Riccardo Milano, per proseguire l’avventura di Monica e Giovanni, interpretati rispettivamente da Paola Cortellesi e Antonio Albanese.
Tre anni dopo, mentre Alessio (Simone De Bianchi) e Agnese (Alice Maselli) si rincontrano in un pub di Londra, a Roma Monica finisce in carcere per colpa delle gemelle (Alessandra Giudicessa e Valentina Giudicessa) che nascondevano merce rubata nei fusti dell’olio di “Pizza e Samosa”, e chiama Giovanni in cerca di aiuto. Il nostro “pensatore”, ora legato alla giovane e rampante Camilla (Sarah Felberbaum), è impegnato in un progetto di recupero di uno spazio in periferia. Per far uscire Monica di prigione, Giovanni riesce a far commutare la detenzione con un lavoro nella parrocchia di San Basilio guidata da Don Davide (Luca Argentero), tanto bello quanto pio. È così che le vite di Monica e Giovanni si intrecciano nuovamente ma questa volta, pur con le solite differenze del caso e i mille guai in cui si cacceranno, tra i due sembra nascere una vera storia d’amore. Intenzionati a rivelare al mondo la loro relazione, organizzano un pranzo a Coccia di Morto con tutta la famiglia, compresi Sergio (Claudio Amendola), Luce (Sonia Bergamasco) e ovviamente i due ragazzi. Ma è proprio qui che succede l’impensabile.

Paola Cortellesi e Antonio Albanese durante il photocall (Foto di Gaia Ol)

«Con questo nuovo Gatto abbiamo cercato di continuare a raccontare la complessità di un’Italia che non sembra troppo diversa da quella da noi descritta tre anni fa nel primo film – commenta Riccardo Milani – e che, anzi, forse si spinge verso una spaccatura ancora più marcata. Come si ricorderà i nostri due protagonisti, una volta vinti pregiudizi e diffidenze reciproche, avevano iniziato a conoscersi e a dialogare assorbendo ognuno dall’altro quanto aveva di positivo fino a capire di non poter fare a meno l’uno dell’altra. Monica e Giovanni sono diventati così in qualche modo due icone del loro mondo, e tutto quello che nel frattempo hanno affrontato ed è successo a loro e intorno a loro, ci dà modo di tenere vivo e attento lo sguardo sul Paese, raccontando quello che è accaduto negli ultimi tre anni».
Secondo Paola Cortellesi, l’ambizione è stata quella di «raccontare quello che sta accadendo a una parte della nostra società, qualcosa di vero e reale che attraversa il Paese. Il primo “Come un gatto in tangenziale” portava in scena l’incomprensione tra ceti sociali opposti, questo nuovo film lo abbiamo scritto durante il lockdown ed è il frutto di una nostra riflessione su come nei momenti di emergenza passino inevitabilmente in secondo piano argomenti fondamentali, come l’accesso ad una vita culturale attiva, a uno stimolo di crescita individuale e di autonomia di pensiero critico. Non abbiamo avuto subito l’idea di un sequel del film precedente ma avevamo pensato di dar vita ad una storia di ripartenza che mettesse in scena la necessità di occuparsi sia di progetti a lungo termine sia di urgenze non rinviabili, come nella nostra nuova storia accade al personaggio di don Davide interpretato da Luca Argentero. Durante la scrittura del copione abbiamo poi considerato che sarebbe stato più semplice raccontare quello che volevamo attraverso due personaggi che conoscevamo bene e costantemente  in contrasto, come la Monica e il Giovanni di “Come un gatto in tangenziale”, con lo scetticismo di lei, disillusa e facile preda di un certo qualunquismo e il pensiero più lungimirante di lui,  manager sinceramente impegnato nel sociale che con il proprio lavoro sulle periferie vuole iniziare un discorso destinato a durare, con l’obiettivo di creare stimoli culturali e un’idea ampia di “bellezza”  a disposizione di chi abita in luoghi troppo spesso dimenticati e lasciati a se stessi».

 

Paola Cortellesi in conferenza stampa

Da sinistra: Antonio Albanese, Paola Cortellesi, Claudio Amendola e Sonia Bergamasco.

Se nel primo film il personaggio di Giovanni si era rivelato una persona molto onesta e perbene, un intellettuale progressista che si occupava di periferie senza però averne mai vista una, poi “illuminato” da Monica, stavolta era rimasto il forte desiderio di approfondire le varie differenze culturali tra i due. «In questo secondo “Gatto” – spiega Antonio Albanese – si è immaginato che Monica sia costretta a richiamare per necessità Giovanni che, appena la vede, avverte una sorta di piacere perduto che si rinnova. Ritorna in lui il desiderio di aiutarla e di andarle incontro in ogni modo nonostante sia tenuto a freno dal legame con una nuova compagna, Camilla. Strada facendo poi si accorgerà che, pur essendo lontano da Monica per estrazione ambiente e cultura, i sentimenti che nutre verso di lei sono profondi e importanti».
Come un gatto in tangenziale – Ritorno a Coccia di Morto si conferma una commedia popolare che mette in risalto l’amarezza di un paese socialmente diviso, ma allo stesso tempo l’enorme potenziale di condivisione e senso della comunità che in esso sopravvive. La comicità, forse ancora più marcata rispetto al primo film, regala al pubblico uno spensierato momento di riflessione sull’Italia di oggi.
I produttori del film, dopo aver rifiutato allettanti proposte da importanti piattaforme di streaming, hanno stabilito, in accordo con gli autori, di uscire rigorosamente in sala: dal 26 agosto e in anteprima, sempre in sala, solo il 14 e 15 agosto.

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Foto: Claudio Iannone
Photocall: Gaia Ol