“The Father – Nulla è come sembra”, il dramma psicologico con Antony Hopkins

The Father -Nulla è come sembra è un film del 2020 diretto dallo scrittore e drammaturgo francese Florian Zeller. È tratto dalla pièce teatrale di Zeller che decide di portare sul grande schermo un dramma teatrale che apparentemente sembra difficile da adattare alle necessità del cinema. Nel cast sono presenti due personalità di spicco: Anthony Hopkins al quale va il Premio Oscar come miglior attore protagonista e Olivia Colman, già vincitrice di un Oscar per il film La Favorita nel 2019. The Father inoltre è vincitore del Premio Oscar alla miglior sceneggiatura non originale.
Il film pone al centro la figura di Anthony, un uomo anziano e affetto da una grave forma di demenza senile, molto probabilmente riconducibile all’Alzheimer, ma che non viene mai citata nel corso della narrazione. Ciò che è importante infatti è la figura di Anthony come uomo affetto da una malattia che lo sta cambiando giorno dopo giorno, ad aiutarlo c’è sua figlia Anne (Olivia Colman) che inizialmente dirà a suo padre che si trasferirà a Parigi per amore dopo essersi divorziata già da 5 anni. Anthony, preso da un iniziale sconforto, stenta a crederle affermando che lei è già sposata con James, ma la vera storia avrà inizio solo il giorno seguente. Tutto il film è un susseguirsi di giornate all’interno della casa di Anthony dove la figlia Anne, con suo marito e la nuova infermiera proveranno ad aiutare l’uomo malato. Il tutto è visto sempre con gli occhi di Anthony, facendo entrare così lo spettatore all’interno del dramma psicologico ed emotivo di un uomo che sta vedendo la sua vita sgretolarsi ogni giorno di più.
Ma Anthony non è solo questo, è tanto altro: è un uomo pieno di vitalità e di passione nonostante la vita l’abbia messo più volte a dura prova soprattutto a causa della perdita della sua seconda figlia morta giovane in un incidente d’auto.
The Father è un film che alterna vari momenti: si passa dalla confusione più totale alla ripetizione di alcuni attimi visti da angolazioni diverse, ma il punto di vista è sempre quello del protagonista che nel breve tempo faticherà a riconoscere anche sua figlia Anne. Il finale è emblematico: Anthony si trova in una clinica e ormai consumato dalla malattia e senza sua figlia Anne, invoca sua madre in modo così dolce e struggente che è difficile non commuoversi. Nel finale Anthony sembra essere tornato allo stato infantile, privo di qualsiasi filtro, un bambino – anziano e malato che come gli alberi in autunno sta ormai perdendo tutte le sue foglie. In The Father il ciclo vitale sembra tornare quindi al suo punto d’origine: gli uomini sul finire della loro vita tornano ad essere dei bambini fragili, indifesi e senza nessuna colpa se non quella di avere una malattia o di morire.
Fondamentale nel film è inoltre l’ambientazione: la vicenda è ambientata nella Londra benestante, ma la città non si vede mai se non dalla finestra della camera di Anthony. Tutto è girato in casa o all’interno dello studio medico o della clinica ospedaliera e i colori grigi, scuri e spenti di questi ambienti sembrano riflettere la psicologia stessa dell’animo del protagonista, la cui malattia sta spengendo pian piano la sua vitalità. Impossibile non notare i dialoghi sempre precisi con un linguaggio corretto e mai retorico, il rapporto padre-figlia raccontato come un legame indissolubile ed infine la straordinaria interpretazione di Anthony Hopkins, senza il quale il film non avrebbe raggiunto un livello così elevato aggiudicandosi ben due premi Oscar e altrettanti riconoscimenti cinematografici.

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