La legge svizzera e la cannabis light: ecco la situazione nel 2021

Oggi non tutti sanno che oltre confine la cannabis light in Svizzera è completamente legale, ed è così per tutti i prodotti derivanti dalla Canapa Sativa.

Ciononostante, permangono delle restrizioni e dei limiti come andremo a vedere che tendono a colpire per lo più le quantità di THC contenute in questi prodotti, piuttosto che il principio attivo che realmente ci interessa: il CBD.

Per chi volesse passare direttamente all’acquisto di quest’ultimi, è importante sapere che non solo in Svizzera ma anche in Italia la vendita di cannabis light è legale. Ecco perché non è raro trovare negozi di vendita di prodotti a base di cannabis, sia fisici sia virtuali, come ad esempio lo shop online di Justbob.

CBD e la legge in Svizzera

Il settore della cannabis legale è stato aperto in Svizzera nel 2017, da allora i risultati commerciali sono stati a dir poco strabilianti. Secondo le ultime stime, parliamo di qualcosa come 60 milioni di franchi svizzeri solo in quell’anno, mentre le ultime stime parlano di un introito pari a 320 milioni entro l’anno 2027.

Nel paese elvetico è infatti facilitata la produzione e la vendita di questi prodotti, in quanto la legge si presta ad aperture decisamente proiettate verso il futuro anche se paragonate ai più progressivi dei paesi confinanti appartenenti all’Unione Europea.

Prendendo ad esempio uno dei problemi storici relativi alla cannabis light, e cioè il contenuto di THC ad essi correlati, la legge Svizzera è riuscita ad arrivare a un livello di tolleranza elevato se paragonato a quello della media europea.  Se infatti negli stati UE la media fissata è di 0,2% massimo di THC, in Svizzera l’asticella è stata alzata fino a un contenuto massimo di 1%.

Ciò ha provocato effetti positivi immediati anche per gli agricoltori svizzeri, i quali hanno ora la possibilità di far crescere le proprie piante di canapa fino alla piena maturazione. In passato, invece, la legge prevedeva una mietitura anticipata onde evitare un accumulo eccessivo di THC all’interno delle piante.

Va da sé che queste restrizioni, purtroppo, andavano e vanno a inficiare sul prodotto finale nei paesi che seguono ancora questa linea politica, poiché la pianta in questo mondo non può esprimere a pieno il suo potenziale naturale.

CBD e restrizioni in Svizzera

Così come però ci sono diverse agevolazioni per questo settore in pieno sviluppo, allo stesso modo troviamo in Svizzera delle restrizioni rigorose e delle pene particolarmente severe per tutti coloro che non le seguono. E ancora una volta, queste vanno a colpire maggiormente chi non rispetta i limiti relativi al THC.

Una volta che si supera la fatidica soglia di 1% di contenuto di THC, infatti, si entra nel campo del penale, con pene per i trasgressori che arrivano fino a ben 3 anni di reclusione.

Per quanto riguarda la metodologia di vendita invece, le restrizioni a cui va incontro un venditore sono molto simili a quelle in cui incorre chi vuole vendere tabacchi o alcolici. Vige infatti il divieto assoluto di vendita ai minori di 18 anni di età, e il permesso di vendita per il commerciante è simile a quello dei suddetti prodotti.

Per il consumatore invece è fortemente sconsigliato di mettersi al volante dopo il consumo di sostanze contenenti anche piccolissime percentuali di THC, poiché la soglia di tolleranza nel sangue accettata è davvero bassissima, ed è veramente facile sforarla.

CBD e medicina in Svizzera

Dopo anni di studi approfonditi e ricerche, l’OMS ha eliminato il CBD dalla propria classifica internazionale dei narcotici. Ciò è dovuto al fatto che i cannabinoidi, a differenza del THC, non ha effetti psicotropi. Per questa ragione, se si consumano dei prodotti CBD con 0 THC al suo interno, secondo l’organizzazione internazionale non si dovrebbe incorrere in alcuna pena o restrizione. Anzi, di fatto sono sempre di più le ricerche atte a dimostrare le proprietà positive di questa sostanza.

Ad oggi è infatti possibile utilizzare la canapa medica anche in Svizzera e farsela prescrivere dal proprio medico. Ciò però prevede una trafila burocratica non indifferente, spesso lenta e macchinosa, la quale può portare a disagi per il malato. Non è raro, perciò che molti di questi si rivolgano direttamente ai privati sborsando soldi di tasca propria.

Per fronteggiare questa annosa problematica, la popolazione civile ha cominciato a chiedere a gran voce la riforma di queste leggi e lo snellimento delle procedure burocratico-legali per dare la possibilità a questi pazienti di ottenere in maniera celere i trattamenti terapeutici a base di CBD di cui hanno bisogno.

CBD ed esportazioni in Svizzera

Come già detto in precedenza, il mercato svizzero relativo ai prodotti derivanti dalla canapa è in continua espansione sin dalla liberalizzazione che ha interessato il settore negli ultimi anni. Con una crescita annuale del 39%, la Svizzera vede non solo fiorire il proprio mercato interno, ma anche quello esterno relativo alle esportazioni.

Il paese elvetico è ormai uno dei maggiori esportatori internazionali di prodotti a base di CBD, con dei movimenti importanti che interessano soprattutto i paesi europei confinanti, Italia inclusa. Va sottolineato però che i prodotti esportati non arrivano alle soglie di tolleranza di THC svizzere dell’1%, ma sottostanno ovviamente alle normative europee e non superano la soglia dello 0,2%.