L’Ultimo Paradiso: Riccardo Scamarcio racconta il sud Italia su Netflix

Tra le nuove offerte proposte da Netflix per questo mese, sicuramente merita attenzione il film L’ultimo paradiso (dal 5 febbraio), un prodotto tutto italiano, diretto da Rocco Ricciardulli, che vede protagonista Riccardo Scamarcio nei panni di un contadino di un piccolo paese del sud Italia, alla fine degli anni ’50. E’ qui che Ciccio (Riccardo Scamarcio), sposato con Lucia (Valentina Cervi) e con un figlio di 7 anni, sogna di cambiare il destino di sé e dei suoi compaesani, lottando contro chi da sempre sfrutta i più deboli. Ciccio è segretamente innamorato di Bianca (Gaia Bermani Amaral), la figlia di Cumpà Schettino (Antonio Gerardi), un perfido e temuto proprietario terriero che da anni sfrutta i contadini. Ciccio vorrebbe fuggire insieme a lei ma, non appena Cumpà Schettino verrà a conoscenza della loro relazione, una serie di eventi inizierà a sconvolgere la vita di tutti e niente sarà più come prima.
«In questa storia ho ritrovato aspetti interessanti, come lo sfruttamento e la lotta di classe», afferma Ricardo Scamarcio, qui anche in veste di produttore. «Un’altra dinamica in cui penso che pubblico possa riconoscersi è quella di chi voglia emanciparsi e scappare via dal posto in cui vive; ma anche chi nutre nostalgia delle proprie radici».

L'Ultimo Paradiso

Riccardo Scamarcio e Gaia Bermani Amaral in una scena del film

Il film mette in scena anche delle situazioni paradossali, come ad esempio il personaggio di Ciccio che è sposato e ha un bambino, ma si innamora di un’altra donna e sogna di scappare con lei. «Questi paradossi sono proprio una delle caratteristiche che mi piacciono di più nel cinema – puntualizza il protagonista del film – perché permettono di creare dei personaggi tridimensionali e non procedere solo per stereotipi».
La storia raccontata ne L’ultimo paradiso fa riassaporare al pubblico più adulto le atmosfere di un epoca perdita, ma ribadisce anche alle nuove generazioni come alcuni principi, quali la libertà e l’amore per la propria terra, siano universali e indipendenti dal tempo. Lo stesso regista, anche lui di origini meridionali, puntualizza: «Ho voluto raccontare un pezzo della mia terra e il suo ancoraggio a un mondo arcaico dove lo Stato, ancora oggi, non sa dare risposte alla mancanza di opportunità che impera ancora in quelle aree».

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