L'amore vince su tutto

Cristiana Capotondi è Chiara Lubich nella fiction di Giacomo Campiotti per Rai1

Rai1 apre il nuovo anno all’insegna della spiritualità: il 3 gennaio, in prima serata, andrà in onda Chiara Lubich – L’amore vince su tutto, il tv movie di Giacomo Campiotti ispirato alla fondatrice del Movimento dei Focolari.
La storia, scritta da Francesco Arlanch, Luisa Cotta Ramosino, Lea Tafuri e Giacomo Campiotti, è ambientata a Trento, nel 1943. La città è oltraggiata dai bombardamenti della Seconda guerra mondiale. Chiara, interpretata da Cristiana Capotondi, è una giovane maestra di scuola elementare, deve interrompere la lezione per condurre i bambini in salvo in un rifugio antiaereo. Là, nel tempo sospeso del bombardamento, ritrova alcuni amici: Ines ed Enrico, prossimi al matrimonio, Natalia e Dori che sognano anche loro una famiglia. Chiara invece vorrebbe solo avere delle risposte ai grandi interrogativi che la attanagliano. Alla fine dell’allarme, Trento mostra le sue ferite tra le macerie. Chiara ritrova i genitori e le sorelle. Suo fratello Gino, medico dell’ospedale, è impegnato a curare i tanti feriti. Qui Chiara vede la tragedia con i suoi occhi. Tutto il suo mondo trema. Afflitta dalla devastazione e dal dolore che vede intorno a sé, Chiara cerca disperatamente di dare un senso a quanto sta accadendo.
La situazione peggiora all’indomani dell’armistizio di Badoglio dell’8 settembre. Il Paese è allo sbando. Gino decide di unirsi ai partigiani e combattere in prima linea. Enrico ed Ines rimandano le nozze perché il ragazzo decide di affiancare invece i soldati tedeschi. I progetti di tutti sono messi in discussione. Chiara, alla ricerca disperata di un senso, vaga per la città distrutta e, davanti ad una statua della Madonna, si sente chiamata a consacrarsi a Dio, l’unico ideale che sembra non crollare.
La decisione di vivere concretamente il Vangelo, condiviso con le sue amiche, scatena le reazioni dei benpensanti, tra cui il padre di Ines, un gerarca fascista che ha minacciato di morte Gino, e che non tollera che la loro figlia frequenti Chiara.
“Che tutti siano uno”, è questo il versetto del Vangelo che più ha colpito Chiara e che diventa il suo programma di vita, scandaloso e incomprensibile per chi, stremato dalla guerra, cerca prima la vendetta della giustizia.
Mentre tutti riparano in montagna, Chiara, a malincuore, si separa dalla sua famiglia e decide di rimanere a Trento per aiutare chi ha più bisogno. La stessa scelta viene fatta dalle sue amiche e le ragazze trovano una casa dove poter vivere insieme. Nascerà così quello che sarà poi chiamato il primo ‘focolare’, il nucleo iniziale della nuova comunità attorno a cui si svilupperà il Movimento.
Sebbene la diffidenza nei loro confronti aumenti, Chiara e le sue compagne vanno avanti per la loro strada e si dedicano ai più disagiati, ai malati, ai poveri. Nel clima d’odio che il conflitto ha generato, si preoccupano di favorire la riconciliazione, sanare le ferite e progettare un futuro migliore per l’umanità.
Quando Gino viene arrestato tra i partigiani in montagna, Chiara è costretta a chiedere aiuto proprio al padre di Ines il quale però si rifiuta di aiutarla e la accusa del furto di un gioiello di famiglia che in verità Ines aveva donato alla causa del focolare.
La guerra finalmente finisce e Chiara può riabbracciare la sua famiglia ma la realtà è cambiata. Ora è il padre di Ines a chiedere d’intercedere per la sua vita.
Intanto intorno a Chiara si sono radunate sempre più persone, dando così vita al Movimento dei Focolari. Una donna a capo di un movimento laico, impone l’intervento del Sant’Uffizio.
«Mi porto a casa un’esperienza molto bella, di grande spiritualità, molto immersiva, totalizzante come poche sose sono state», ha dichiarato Cristiana Capotondi, che ha aggiunto: «Voglio così farmi portavoce della condizione emotiva nella quale abbiamo girato con le mie college: abbiamo costruito davvero questo piccolo primo focolare. Ci piace pensarci così, come iniziatrici di un percorso che speriamo possa arrivare nell’animo degli spettatori e proiettarli nel 2021 in una maniera completamente diversa da quella che abbiamo vissuto fino ad oggi».
Oltre alla protagonista, il cast comprende Aurora Ruffino, Miriam Cappa, Greta Ferro, Eugenio Franceschini, Valentina Ghelfi, Sofia Panizzi E Roberto Citran.

Il regista Giacomo Campiotti

Il regista, molto afferrato nella trasposizione filmica della spiritualità, è riuscito a focalizzarsi, senza cadere nella retorica, nel grande sogno di Chiara Lubich: quello di realizzare la fratellanza universale. Al centro dei dialoghi di pace della fondatrice spiccano la forza dell’amore e la solidarietà che può costruire ponti tra gli uomini di qualunque razza o fede religiosa. Il film è un omaggio al grande personaggio, con la sua giusta dose di passione, coraggio e spirito libero.
«E’ stata un’impresa esaltante, come tutti i film difficili», ha commentato Giacomo Campiotti durante l’incontro con la stampa. «Devo dire che questa sceneggiatura è stata la più difficile della mia carriera. Ho fatto sempre film abbastanza coraggiosi ma questo correva sul filo del rasoio, con questa leggerezza e grazia sottile da percepire. La sfida era quella di raccontare Chiara  senza il bisogno di farne un ‘santino’.  Raccontare la sua vita in modo che potesse arrivare al cuore di tutti. Una donna laica, molto vicino a noi, che non ha fatto nulla di clamoroso, ma in tutta la sua vita, giorno dopo giorno, nelle piccole e grandi scelte, ha sempre seguito la via della giustizia, della carità e dell’amore, al servizio degli altri… cercando cioè ‘semplicemente’ di vivere il Vangelo. Abbiamo scelto di raccontare i primi momenti della sua opera, la scoperta della sua vocazione proprio in mezzo alle miserie della guerra, le prime scelte difficili, l’incontro con le amiche, l’emozione di condividere gli stessi ideali… vedere quanto le persone fossero pronte a seguirli…  e la conseguente opposizione  della Chiesa, fino alla richiesta  del Vaticano di farsi da parte».
Chiara Lubich è un progetto ambizioso realizzato da Luca Barbareschi per Eliseo Multimedia in coproduzione con RaiFiction, con la collaborazione della Trentino Film Commission e il sostegno della Fondazione Museo Storico del Trentino.