I tanto decantati titoli dei giornali si rincorrono con notizie riguardo la sicurezza e l’efficacia dei nuovi vaccini per il covid 19, quelli che, a sentir dire da certi “esperti” ci libereranno dalla pandemia.
Ma oggi persino tra gli stessi virologi dei salotti tv, quelli ben visti dalla narrazione sanitaria ufficiale, i dubbi sull’imminente vaccino sono abbastanza evidenti, ispirati non tanto dai pessimi curriculum (reati penali) di molte industrie produttrici, ma soprattutto per la rapidità con cui sarebbero stati testati.
Qualche voce fuori dal coro, inoltre potrebbe pensare: “ma se questi nuovi e moderni vaccini sarebbero così sicuri, perché lo Stato italiano prevede dei sostanziali indennizzi causati proprio da danni conseguenti all’inoculazione di tali antivirali?”.
La Legge di Bilancio 2021, pubblicata sul sito ufficiale della Camera dei Deputati (http://documenti.camera.it/leg18/dossier/pdf/AS0184.pdf), prevede, negli articoli 78 e 153, l’indennizzo per gli anni dal 2021 al 2023, relativo ai danni subiti da vaccinazioni obbligatorie e da sindrome da talidomide.
L’articolo 153, nello specifico, prevede “l’istituzione di un fondo con dotazione di 50 milioni per l’anno 2021 nello stato di previsione del Ministero dell’Economia e delle Finanze, allo scopo di disporre il concorso dello Stato agli oneri sostenuti dalle Regioni per l’esercizio della funzione di concessione degli indennizzi a favore dei soggetti danneggiati da complicanze di tipo irreversibile a causa di vaccinazioni obbligatorie e trasfusioni, con successivo riparto del contributo regionale in proporzione al fabbisogno derivante dagli indennizzi corrisposti”.
L’arco di tempo che va dal 2021 al 2023 fa pensare molto ad un ipotetico periodo necessario per la sperimentazione dei nuovi vaccini sulla pelle dei cittadini, ma stavolta non più volontario, come normalmente previsto nei test iniziali, ma obbligatorio, almeno secondo quanto riportato sul dossier reso pubblico dalla Camera dei Deputati.
La constatazione rimane ancora più ovvia se si legge il seguente passo del dossier (art. 78): “Complessivamente pertanto la disposizione comporta maggiori oneri pari a 80,9 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2021 al 2023 e a 9,9 milioni a decorrere dall’anno 2024”. Significa forse che le probabilità di danni causati dai nuovi vaccini diminuiscono dopo tre anni? Allora la tesi della sperimentazione sulla pelle dei cittadini rimane fortificata.