Le polemiche sull’uso corretto o indiscriminato delle mascherine di protezione sono oramai parte integrante del malcontento tipico nell’emergenza sanitaria da covid-19. Il dibattito tra correnti di pensiero opposte, da una parte estremizzate con l’aggettivo di “negazionisti”, dall’atro con quello degli “allarmisti”, è sempre più aspro. Per i primi i dispositivi di protezione personale, in particolar modo le mascherine chirurgiche e quelle di stoffa, sarebbero inutili, oltre che simbolo di imbavagliamento. Tutto l’opposto risulta la veduta degli allarmisti, che invece considerano la mascherina uno strumento di “salvezza”, anche se ritenuta scomoda da indossare.
Affermare chi delle due categorie sia più vicina alla verità è un compito alquanto arduo: sono estremizzazioni che difficilmente combaciano con chiare evidenze scientifiche. Basti pensare che i noti esperti che ora raccomandano l’uso della mascherina sono gli stessi che mesi va affermavano il contrario e ridicolizzavano chi ne faceva uso.
Tuttavia il bombardamento mediatico subito soprattutto in Italia dai mezzi di informazione tende a persuadere le menti dei più deboli, caricandoli di paura, inducendoli ad esagerazioni, spesso inappropriate per quel che riguarda la reale tutela della salute.
Quante volte vediamo in aperta campagna, o nei parchi estesi, persone da sole indossare la mascherina pur essendo circondati dal voto? Le piante trasmettono il virus?
E le persone che indossano la mascherina anche mentre guidano l’auto da sole ? Da cosa si devono proteggere?
Ma la cosa più inquietante è la tendenza più recente: quella di alcuni, fortunatamente ancora pochi, che costringono i nostri amati animali a indossare la mascherina. E’ nota l’evidenza scientifica per la quale i cani, ad esempio, non rischiano di contrarre e soprattutto trasmettere il covid-19, anche se ogni giorno si sente di tutto e di più. Il timore è che il nuovo business nato in Italia per la produzione di mascherine non si estenda anche a quello per gli animali, magari inventandosi dispositivi modellati alle caratteristiche anatomiche dei cani.
Fino a che punto il senso di protezione rimane nei limiti della ragione senza sfociare in un vero e proprio disturbo ossessivo compulsivo? Forse è colpa anche dei media che anziché limitarsi a fare informazione, creano confusione e di conseguenza insicurezza. Non sono di certo queste le basi per mantenere lucidità mentale e ragionevolezza.