Da sempre i glutei rappresentano uno dei punti più caldi dell’immaginario erotico, sia maschile sia femminile. Solo la specie umana possiede natiche semicircolari sporgenti, un carattere anatomico unico che ci deriva dal camminare in posizione eretta. Tale caratteristica ci permette di stare seduti, di muovere le gambe, di accavallarle. Il fondoschiena è la più imponente massa muscolare del corpo umano: un immenso deposito di energia dove si accumulano le sostanze di riserva per il nostro organismo.
Generalmente le donne presentano dei glutei più alti, rotondi e voluttuosi, per via degli estrogeni che incoraggiano il corpo ad immagazzinare il grasso nelle natiche, nei fianchi e nelle cosce, sufficienti per la gravidanza e l’allattamento. Al contrario, il testosterone maschile scoraggia il deposito di grasso proprio in queste zone. Un fondoschiena femminile pieno e sodo simboleggia così giovinezza, fertilità e bellezza.
Ma al di là del piacere puramente estetico, a cosa è dovuta l’insistente attrazione erotica dei glutei? Una delle risposte più plausibili è associata nella vicinanza agli organi riproduttivi ed escretori, rendendo così le natiche una zona tabù.
Inoltre, Sigmund Freud, celebre fondatore della psicoanalisi, teorizzò che lo sviluppo psicosessuale si verifica in tre fasi (orale, anale e genitale) e che proprio la “fissazione” alla fase anale sia la causa della spiccata e duratura erotizzazione del fondoschiena.
Helen B. Fisher, antropologa e ricercatrice del comportamento umano, afferma che la forma arrotondata e carnosa dei glutei rappresenti l’attrattiva principale per i maschi durante il rapporto sessuale in posizione da dietro, quella probabilmente più utilizzata durante l’antichità preistorica.
Diverse ricerche hanno confermato che i glutei femminili si siano evoluti e migliorati nel tempo, con lo scopo preciso d’attrarre l’attenzione e la scelta sessuale dei maschi. Non a caso l’ancheggiamento nella camminata femminile viene accentuato proprio per attirare l’attenzione sulla zona pelvica.
Anche la storia dell’arte testimonia da sempre l’esaltazione dei glutei, basti pensare alle statue dell’antica Grecia, in cui sia uomini che divinità venivano raffigurati con splendide e levigate natiche. Proprio in questo contesto epocale spicca, ad esempio, la Venere Callipigia, statua che sottolinea fortemente i glutei della dea Afrodite.
Solo nel Medioevo, quando la morale cattolica imperava, le forme del corpo associate all’idea del peccato venivano coperte.
Nel Rinascimento, con il tornare a valorizzare la cultura classica, sono riemerse anche le nudità femminili.
Le donne dal sedere abbondante sembrerebbero riscuotere un interesse ancor maggiore rispetto alle taglie moderate, e oggi la scienza è in grado di spiegarcelo. Uno studio condotta dai ricercatori di psicologia della Bilkent University, in Turchia, sostiene che sarebbe la spina dorsale a delineare le diversi silhouette femminili. La maggior parte degli uomini coinvolti nello studio ha scelto le immagini con una curvatura della spina dorsale a 45°, che fa sembrare il sedere femminile più grande.
Ciò che conta dunque non è tanto la taglia del fondoschiena, quanto la curvatura della spina dorsale.
In pratica gli uomini, anche se in maniera istintiva e inconscia, focalizzano l’attenzione sul sedere ottenendo informazioni sulla spina dorsale della donna, associandolo a maggiore capacità di movimento e migliori chance di riprodursi più volte. Si suppone così che un fondoschiena più grande, o meglio reso tale dalla curvatura della spina dorsale, segnali una partner ideale.
Rimanendo nell’ambito dei canoni estetici inconsci, varie ricerche statistiche hanno evidenziato come gli uomini preferiscano donne con un rapporto vita/fianchi di 0,7 (ad esempio vita: 65 cm – fianchi: 92 cm), in quanto considerate più feconde.
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