[ads2]
Appena al di fuori dalle Mura Aureliane in Roma, troviamo il ristorante Amami, con la nuova cucina che mette d’accordo la tradizione mediterranea e quella asiatica. Se già dal suo pay-off, Oasi of Taste, sono chiari gli intenti, ovvero la ricerca di una dimensione che punti sull’equilibrio e sulla perfezione, è nel naming dell’insegna che sta il cuore del progetto. Da Amami Oriente e Occidente si incontrano e si arricchiscono delle reciproche differenze trovando la propria comfort zone del food nell’armonia dei contrasti. La parola per assonanza evoca quella che, forse, più di tutte è la concreta fonte di ispirazione: il sapore umami che, come un filo rosso, percorre l’intero menu giocato su tre, massimo quattro ingredienti, in cui prevalgono piatti di pesce.
In un ambiente di design dal respiro internazionale, dotato di un accogliente e spazioso dehor, non a caso a predominare è l’azzurro delle pareti valorizzate da esclusive pennellate dell’artista e tatuatore romano Francesco Cinti Piredda, alias Unopercento. Amami è un concept pensato da giovani. Il progetto ristorativo nasce dalla mente di Mattia Recchi, appena ventitreenne, che ha trovato la complicità di Simone Rosini professionista dalla ventennale esperienza. Si definiscono amici prima di essere soci, e per questa nuova apertura si sono rivolti a un fuoriclasse in cucina, vissuto davvero a Oriente. Lui è Riccardo Fanucci, resident chef di Amami con un bagaglio esperienziale che l’ha portato a viaggiare moltissimo. Docente di Gambero Rosso e insegnante per Campus Etoile Academy, ha subito sposato il format di cucina mediterranea in cui si mixano influenze indiane, giapponesi, cinesi. Da Amami è stato prima di tutto consulente, dalla progettazione della cucina alla formazione personale, trasmettendo il suo sapere a livello di tecniche e contaminazioni: «Uso la tecnologia non esasperando la materia prima ma cercando invece di esaltarla».
Alla ricerca dell’equilibrio, dell’armonia e del raggiungimento del quinto gusto, in carta si ritrovano molti riferimenti della nostra tavola con ispirazioni che guardano a Est anche solo per la manipolazione dei selezionatissimi ingredienti: come il gamberone farcito con salsiccia e curcuma, il sashimi di tonno marinato con gin e barbabietola il signature dish tonnarello Amami con crudo di Gambero rosso e spuma di burrata o il black cod di prima scelta, l’equivalente marino della carne wagyu che è sempre tra i secondi, con patate mantecate allo zafferano e olio estratto al prezzemolo. Per i dolci, se libidinoso è il lingotto Amami ai 3 cioccolati con croccante di caramello salato alle arachidi, la bavarese al cappuccino e tè matcha è un’originale interpretazione del dessert di origine francese.
Ai cocktail Francesco De Nicola, bar manager con diverse esperienze e vincitore della finale nazionale Bacardi Legacy 2019. La linea dei drink segue la filosofia dei piatti, e quindi sapori mediterranei con un leggero accento orientale e abile uso delle fermentazioni. In carta, tra 9 signature e 3 classici come Ti Punch, Perfect Manhattan e Perfect Negroni, c’è Ritual, una sorta di spritz rivisitato con Cordiale alla lavanda e corteccia di rabarbaro che conferisce anche una caratteristica leggermente più vegetale; Perpetuum invece ricorda proprio il moto della trottola per sottolineare la persistenza del Campari mixato all’Umeshu.