Dopo essere stato presentato nella Selezione Ufficiale alla 76esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, arriva nei cinema italiani, dal 26 settembre, AD Astra, il nuovo thriller fantascientifico diretto da James Gray. Vedremo come protagonista Brad Pitt nel ruolo del Maggiore Roy McBride, un astronauta che viaggia fino all’estremo limite del sistema solare per trovare suo padre, da tempo disperso, e cercare di svelare un mistero che minaccia la sopravvivenza del nostro intero pianeta. Nel corso del viaggio scoprirà segreti che minacciano l’esistenza umana e il nostro posto nell’ordine del cosmo. Il protagonista guida una squadra impegnata a localizzare forme di vita aliena, quando un improvviso sbalzo di corrente gli costa quasi la vita.
Questo incidente è l’ultimo di una lunga serie di recenti catastrofi che si sono verificate sulla Terra, fra cui incendi e disastri aerei, provocati proprio da impennate elettriche causate da esplosioni radioattive. L’intelligence statunitense capisce che queste esplosioni sono il risultato di raggi cosmici emanati da esplosioni che si verificano nei pressi di Nettuno, dove aveva luogo il Progetto Lima, una vecchia missione la cui navicella spaziale è scomparsa nel nulla, sedici anni dopo il lancio.
Nel viaggio Roy è affiancato dal Colonnello Pruitt (Donald Sutherland), un ex astronauta di SpaceCom ormai in pensione, nonché uno degli amici più cari di suo padre. Pruitt, che aveva incontrato Roy quando questi era un bambino, gli rivela che la sua ultima conversazione con Clifford, molti anni addietro, non era stata piacevole: Clifford infatti era andato su tutte le furie quando Pruitt gli aveva comunicato la sua intenzione di lasciare la SpaceCom.
Nel cast anche Tommy Lee Jones, Ruth Negga, John Ortiz e Liv Tyler.
«Sfortunatamente la storia delle imprese umane mostra sempre l’incapacità della nostra specie di superare le controversie ideologiche», afferma dice Gray. «Perciò anche nella Luna ci sono i pirati, il cui interesse risiede nelle preziose risorse naturali presenti sul luogo e nella possibilità di catturare ostaggi utili a ottenere riscatti. Il futuro illustrato nel film è colmo sia di promesse che di problemi».
Il regista racconta di aver tratto ispirazione per il film dalle sue letture sul fisico premio Nobel Enrico Fermi, “l’architetto dell’era nucleare”, che riteneva che ci fosse il 90 percento di probabilità che gli Stati Uniti sudoccidentali venissero distrutti dopo la prima divisione dell’atomo. «All’epoca non si sapeva se la reazione a catena sarebbe continuata», spiega Gray. «Erano molto allarmati e ho immaginato una situazione in cui c’è una persona da sola nello spazio che non ha nulla da perdere: non c’è fine agli esperimenti che potrebbe compiere o a cui sottoporsi».
Brad Pitt aveva accettato questo ruolo già dal 2016, un anno prima dell’inizio delle riprese del film: «Mi piacciono molto le opere di James Gray. Ammiro la sua profonda conoscenza della storia del cinema. C’è sempre un elemento classico nelle sue narrazioni, molto elegante e grandioso».
Il film è girato in pellicola, al posto del formato digitale, in modo da catturare al meglio le atmosfere dei vari pianeti. Questa esigenza è scaturita non tanto dal direttore della fotografia, il nominato all’Oscar Hoyte van Hoytema, ma dallo scenografo Kevin Thompson: «La pellicola restituisce un’immagine migliore e più ricca rispetto al digitale. Il centro di comunicazione di Marte, la rotonda e lo Shunga Parlor presentano toni del grigio e dell’arancio e un effetto nebbia, per aumentare il senso di umidità».
Il coraggio del protagonista, così come quello di suo padre, e la tenacia nel voler portare a termine una missione così utile per l’intera umanità, rendono la storia molto accesa e avvincente.
Guarda il trailer del film.