Sono stati annunciati i titoli in concorso alla XIII edizione del SalinaDocFest – il Festival del Documentario Narrativo, fondato e diretto da Giovanna Taviani, che si terrà a Salina dall’11 al 14 settembre.
Saranno sette i documentari selezionati che concorreranno per il Premio Tasca d’Oro e Premio Signum del Pubblico e che declineranno, ognuno a suo modo, il tema delle «(r)esistenze» fil rouge di questa XIII edizione del festival. A decretare il vincitore la giuria composta dai registi Claudio Giovannesi e Nicolas Philibert e dal fotografo Francesco Zizola.
Da quest’anno ai premi del SalinaDocFest si aggiunge anche il Premio WIF – Women in Film, volto a premiare il documentario che più contribuisca a una riflessione sulla condizione femminile nel cinema. La giuria del premio sarà composta da Kissy Dugan, Presidente di WIF, dall’attrice Valentina Carnelutti e dalla registaAntonietta De Lillo.
Aprirà il concorso del Salinadocfest, in anteprima assoluta, l’11 settembre il già annunciato Il Filo dell’Alleanza di Francesco Miccichè e Daniela Papadia. Nel doc c’è la testimonianza d’eccezione diAbraham Yehoshua, che sarà ospite del Festival e a cui andrà il Premio Ravesi – Dal testo allo Schermo. Il Il Filo dell’Alleanza è il racconto della creazione di un opera dell’artista palermitana Daniela Papadia che parte da Palermo per andare in Terra Santa. L’opera è un arazzo lungo quasi 6 metri, che raffigura una mappa del Mediterraneo come rappresentazione grafica del genoma umano realizzato da donne israeliane, palestinesi, druse e beduine che vogliono provare a ricucire gli strappi ricamando i geni del sangue, metafora del sangue versato in una terra martoriata da guerre fratricide. Il doc è una distribuzione Istituto Luce Cinecittà.
In anteprima siciliana sempre l’11 settembre il doc intimista La Scomparsa di mia Madre di Beniamino Barrese, unico film italiano in concorso al Sundance Film Festival, sulla madre Benedetta Barzini, la prima grande top model italiana negli anni ’60, musa di Andy Warhol, Salvador Dalì, Irving Penn e Richard Avedon. Femminista militante, madre di quattro figli, scrittrice e docente di Antropologia della Moda, in eterna lotta con un sistema che per lei significa sfruttamento del femminile. A 75 anni, stanca dei ruoli – e degli stereotipi – in cui la vita l’ha costretta, desidera lasciare tutto, per raggiungere un luogo lontano, dove scomparire. Turbato da questo progetto – radicale quanto indefinito – suo figlio Beniamino comincia a filmarla, determinato a tramandarne la memoria. Il film è in collaborazione con il Biografilm Festival.
La stessa giornata di mercoledì 11 settembre anche Gods of Molenbeek (Aatos Ja Amine) della regista finlandese Reetta Huhtanen, in anteprima siciliana, è ambientato nel quartiere di Molenbeek a Bruxelles, dipinto dai media come uno dei centri del jihadismo, ma per Aatos di sei anni e la sua amica Amine, si tratta solo di un luogo familiare. La brutalità del mondo adulto si fa conoscere ai loro occhi di bambini quando i terroristi fanno esplodere una bomba nel quartiere. Aatos invidia la fede musulmana di Amine e, insieme al suo amico Flo, cerca di capire la sua fede. Aatos è fortemente convinto che chiunque creda in Dio sia impazzito. Il film è in collaborazione con il Biografilm Festival.
Seguirà Freedom Fields della regista anglo libanese Naziha Arebi. Il doc, in anteprima siciliana, segue tre donne e la loro squadra di calcio nella Libia post-rivoluzionaria nell’arco di cinque anni mentre nel paese incombe la guerra civile e le speranze utopiche della primavera araba iniziano a svanire. Un film intimo sulla speranza, la lotta e il sacrificio in una terra dove i sogni sembrano un lusso. Una lettera d’amore alla sorellanza e un inno al potere della squadra.
Il 12 settembre in anteprima siciliana sarà presentato The Lone Girl di Marco Amenta il doc sull’ultima cowboy italiana, un mestiere arcaico e prettamente maschile, ereditato dal padre. Roberta guida la sua mandria di vacche allo stato brado, conducendo una vita dura che nessuno vuole più fare. In balìa della natura e degli animali, ogni imprevisto può mettere in crisi la sua attività e la sua scelta di vita. Al centro un’esistenza lontana dall’ordinario e un ambiente ancora selvaggio e poco incline alla dominazione umana, spesso riottoso e difficile da domare.
Sempre in anteprima siciliana, lo stesso giorno, Il Varco di Federico Ferrone e Michele Manzolini, che arriva a Salina dopo la presentazione nella sezione Sconfini della 76° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Il doc prende spunto da fatti e documenti storici, ma è una storia di pura fantasia. Nell’estate del 1941, un soldato italiano parte in treno per il fronte sovietico. L’esercito fascista è alleato di quello nazista, la vittoria appare vicina. La mente del soldato torna alla malinconia delle favole raccontategli dalla madre russa. A differenza di molti giovani commilitoni, lui ha già conosciuto la guerra, in Africa, e non ne è entusiasta, anzi, la teme. Il treno attraversa mezza Europa, avventurandosi nello sterminato territorio ucraino. L’entusiasmo cade e i desideri si fanno semplici: non più la vittoria, ma un letto caldo, del cibo, un abbraccio e il soldato ha una sola, flebile speranza: tornare a casa. Il doc è una distribuzione Istituto Luce Cinecittà.
il 12 settembre chiude il concorso Le Pays dello svizzero Lucien Monot. Il doc, in anteprima nazionale, racconta il rapporto fra Chady e David, due uomini che lavorano sulle navi da trasporto del Lago di Ginevra. Sulle acque del lago i due, perseguitati dai ricordi dei loro paesi di origine, condividono i segreti e la stessa sensazione di alienazione, sviluppando una strana intimità. Due protagonisti collegati dalla stessa malinconia e sensazione di sradicamento.
Il SalinaDocFest – diretto da Giovanna Taviani, che vede la co-direzione artistica di Mario Incudine per la sezione Musica e Spettacoli è annoverato nel Calendario dei Grandi Eventi della Regione Sicilia e vanta nelComitato d’Onore del festival Romano Luperini, Giorgio e Mario Palumbo (G.B. Palumbo Editore), Paolo Taviani, Bruno Torri (SNCCI – Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani) e Emanuele Zinato(Università degli Studi di Padova).