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Pupi Avati torna al cinema riproponendo quelle atmosfere che lo identificarono ai suoi esordi dietro la macchina da presa. Dal 22 agosto uscirà nelle sale Il Signor Diavolo, da una sceneggiatura firmata dallo stesso regista, insieme ad Antonio e Tommaso Avati.
La storia è ambientata nell’autunno del 1952. Nel nord est è in corso l’istruttoria di un processo sull’omicidio di un adolescente, considerato dalla fantasia popolare indemoniato. Furio Momentè, ispettore del Ministero, parte per Venezia leggendo i verbali degli interrogatori.
Carlo, l’omicida, è un quattordicenne che ha per amico Paolino. La loro vita è serena fino all’arrivo di Emilio, un essere deforme figlio unico di una possidente terriera che avrebbe sbranato a morsi la sorellina.
Paolino, per farsi bello, lo umilia pubblicamente suscitando la sua ira: Emilio, furioso, mette in mostra una dentatura da fiera.
Durante la cerimonia delle Prime Comunioni, Paolino nel momento di ricevere l’ostia, viene spintonato da Emilio. La particola cade al suolo costringendo Paolino a pestarla.
Di qui l’inizio di una serie di eventi sconvolgenti.
«E’ una storia che meritava di essere raccontata», commenta Pupi Avati in conferenza stampa. «Una storia che mi appartiene perché ambientata quando io ero adolescente. L’idea che ci fosse il Diavolo, il male, la paura del buio. D’altra parte la paura del buio è atavica. Ancora oggi se chiudi un bambino in una stanza buia non credo che sia contento. Quindi questi sono gli elementi fondanti per i quali ho cercato di raccontare quello che so della vita. Anche per poter fare una comparazione con il nostro presente. E l’ho raccontato attraverso un genere; cosa che gli autori italiano oggi non praticano, nel quale diffidano. Però il cinema italiano è stato fortissimo quando frequentava i generi».
I protagonisti di questa nuova pellicola sono Gabriele Lo Giudice, Filippo Franchini, Cesare S. Cremonini, e con le partecipazioni speciali di Massimo Bonetti, Lino Capolicchio, Chiara Caselli, Gianni Cavina, Alessandro Haber e Andrea Roncato.
Avendo Pupi Avati alle spalle un omonimo romanzo pubblicato (edito da Guanda, 2018), nella realizzazione del film ha deciso di arricchirlo di un «triplo salto mortale nel finale», un salto mortale che andasse a sorprendere proprio chi il romanzo lo avesse letto.
«Credo che ci siamo riusciti e considero la chiusura di questo racconto – precisa il regista – come uno dei finali più riusciti ed inquietanti dell’intera mia vicenda cinematografica».
Il Signor Diavolo è prodotto dalla Due A Film, Ruggente Film, in collaborazione con Rai Cinema.
Guarda il trailer del film.