Cyrano de Bergerac è considerata l’opera teatrale per eccellenza della Francia. Alexis Michalik ha celebrato questo capolavoro facendone un film, intitolato Cyrano Mon Amour, che vedremo nei cinema italiani dal 18 aprile.
La storia, ovviamente, è ambientata a Parigi, nel 1897. Edmond Rostand (Thomas Solivérès) è un giovane drammaturgo dal talento geniale, ma sfortunatamente tutto ciò che ha scritto finora è stato un flop e da due anni a questa parte è afflitto dal blocco dello scrittore. Ma grazie alla sua ammiratrice Sarah Bernhardt (Clémentine Célarié), Rostand conosce il più celebre attore del momento, Constant Coquelin (Olivier Gourmet), che insiste nel voler recitare nella sua prossima commedia e vorrebbe farla debuttare in sole tre settimane. C’è però un piccolo problema: Rostand non l’ha ancora scritta! Nonostante le esigenze dei produttori, i capricci delle attrici, la gelosia della compagna e i problemi amorosi del suo migliore amico, Rostand inizia a scrivere la nuova commedia, di cui non sa nulla e in cui nessuno inizialmente sembra credere. La sola cosa che conosce è il titolo: “Cyrano de Bergerac”.
Il regista ha dichiarato che questo progetto lo ha maturata in una quindicina di anni, anche se la primissima scintilla di idea risale al 1999, quando vide al cinema il film Shakespeare in Love. «Allora mi sono chiesto perché in Francia non sia mai stato fatto un film di questo tipo», racconta Alexis Michalik. «All’epoca fu solo una riflessione personale che non portò a nulla di concreto… Alcuni anni dopo, mi sono imbattuto in un dossier pedagogico che raccontava le circostanze in cui ha preso vita la prima stesura di Cyrano. In quell’occasione ho ripensato al film di Madden e ancora una volta mi sono ritrovato a pensare che era incredibile che ancora nessuno avesse preso in considerazione la possibilità di raccontare la genesi della storia più nota in assoluto del Teatro Francese. Ho quindi cominciato a leggere tutto ciò che esiste su Cyrano. Mi sono reso conto che il suo autore, Edmond Rostand, aveva solo 29 anni quando ha scritto la sua opera più famosa. Ero sbalordito! Ho preso numerosi appunti e sono andato a trovare Alain Goldman, il quale mi ha incitato a sviluppare una prima sceneggiatura. Nel mentre abbiamo cercato un cineasta che potesse essere interessato al progetto. Non pensavo all’epoca che avrei potuto occuparmene io stesso, avevo appena compiuto 30 anni. Nonostante ci fossimo impegnati molto, non siamo riusciti a trovare un finanziatore disposto a realizzare il film perché considerato troppo dispendioso. Ero sul punto di abbandonare il progetto, quando decisi di recarmi a Londra e lì mi ritrovai ad assistere all’adattamento teatrale di Shakespeare in Love! Lo spettacolo era fantastico e recitato alla perfezione, tanto da darmi la forza di tornare sui miei passi e di decidere di riprendere in mano il progetto, riscrivendolo per il teatro e di sottoporre nuovamente l’idea ad Alain Goldman. Il Théâtre du Palais Royal ha dato il suo consenso per ospitare l’opera e grazie al suo successo siamo riusciti finalmente a trovare il budget per finanziare il film».
Il film mostra tutto l’amore che il regista nutre per il teatro e per tutto ciò che roto attorno: gli interpreti, gli artigiani e tutta la sua magia. «Non faccio riferimento unicamente a Rostand – continua Michalik – ma anche a Feydeau, Courteline, Sarah Bernhardt, Coquelin e a molti altri artisti che all’epoca erano in grado di mettere in scena racconti popolari, fatti divertenti e frivoli, ma anche poesia, dramma e commedia. Volevo che il pubblico si rendesse conto che nel XIX° secolo le nuove opere teatrali erano accolte con lo stesso entusiasmo delle super-produzioni di oggi. Quando il Cyrano ha debuttato in scena nel 1895, ha provocato nel pubblico le stesse reazioni entusiaste che abbiamo visto nel 2011 per il debutto di Game of Thrones. Con il passare del tempo la percezione del teatro non ha subito modifiche. Ancora oggi nessuno lo identifica come un luogo polveroso, barboso e pomposo. Al contrario, il teatro è ancora oggi il luogo per antonomasia del sogno e dello straordinario! Penso che il teatro non sia un’arte che si pone in contrapposizione al cinema. Entrambi si possono amare, mescolare tra loro e frequentare con la stessa passione».
Thomas Solivérès è stato da subito entusiasta nell’intraprendere questa avventura con una biopic: «Ho letto tutto il leggibile su Edmond Rostand, sulla sua vita, i suoi scritti, la corrispondenza con la sua compagna, i fatti legati alla sua epoca, a Parigi e ai suoi contemporanei. Con Alexis abbiamo parlato moltissimo del modo in cui voleva che io recitassi. Tutto il periodo precedente alle riprese è stato appassionante. Mi sono confrontato anche con i due attori che hanno recitato l’opera a teatro, Guillaume Sentou e Benjamin Wangermee. Non si trattava ovviamente di prendere in prestito qualcosa dall’uno o dall’altro, ma di imprimere dentro di me l’atmosfera e il ritmo dello spettacolo, che si volevano replicare nel film».
Il cast vede inoltre la presenza di Olivier Gourmet e Mathilde Seigner.
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