“C’è Tempo”, incontro di diversità diretto da Walter Veltroni

Dopo diversi documentari Walter Veltroni torna dietro la macchina da presa per la sua prima opera interamente di fiction. C’è tempo è una romantica commedia “on the road” basata sull’incontro tra due persone di estrazione sociale diversa, che si mettono a confronto, alla scoperta l’uno dell’altro.
C'è tempoStefano (Stefano Fresi), quarantenne precario e immaturo, vive in un paesino di montagna e fa un lavoro bizzarro: l’osservatore di arcobaleni. Alla morte del padre, mai conosciuto, scopre di avere un fratellastro tredicenne, Giovanni (Giovanni Fuoco), fin troppo adulto per la sua età. Senza alcuna intenzione di prendersene cura, Stefano parte per Roma e ne accetta la tutela solo per ricevere in cambio un generoso lascito. Profondamente diversi, i due intraprendono un viaggio in macchina che, fra diffidenze iniziali e improvvise complicità, si colora a ogni tappa. L’incontro con la cantante Simona (Simona Molinari), in tour con sua figlia (Francesca Zezza), sarà la svolta nel rapporto tra Stefano e Giovanni che, strada facendo, scopriranno quanto essere fratelli possa essere sorprendente, proprio come un arcobaleno a due volte sovrapposte.
«Questo è un viaggio a rallentare», commenta Walter Veltroni in conferenza stampa. «Man mano che loro si incontrano e si scoprono decidono di fare delle pause. Infatti Stefano capisce di stare bene con Giovanni, vedendolo come qualcosa di più di suo fratello. Il tema del film è l’incontro, lo scambio, come la meraviglia dell’incontro di ciò che è diverso da sé. In fondo l’arcobaleno è questo: tanti colori diversi che si compongono in un unico colore che desta meraviglia».

C'è tempo

Stefano Fresi e Giovanni Fuoco

Nel film si legge da subito un evidente atto d’amore per il cinema italiano, che ha accompagnato da sempre la vita del regista. «Chi ama il cinema, cioè chi legge queste note, potrà riconoscere più di cinquanta grate citazioni, giocate tra scenografia, costumi, luoghi, battute», sottolinea Veltroni, che aggiunge: «Il film è anche un omaggio alla commedia all’italiana, quella che cercava di legare l’intenzione di comunicare significati e messaggi sociali e persino politici, in modo non aristocratico, con il rispetto e l’amore per tutto il pubblico, non solo quello più colto. La commedia che riusciva a far convivere le emozioni più diverse. Riusciva, insieme, a far commuovere e sorridere, se non ridere, chi andava al cinema».
Alla simbologia unificatrice dell’arcobaleno, troviamo, in contrapposizione, il labirinto, un luogo che porta all’isolamento, e in una scena del film Giovanni si perde, spaventato.
Anche il personaggio ricoperto da Stefano Fresi, in qualche maniera, rappresenta un arcobaleno, per i molteplici aspetti in cui può essere formato: «E’ burbero, ma allo stesso tempo ha la sua dolcezza e tenerezza; è uno scienziato ma anche un romantico. E’ un arco l’arcobaleno, è lui ha un arco di trasformazione incredibile nel film».
Tra gli altri interpreti troviamo Sergio Pierattini, Laura Ephrikian, Silvia Gallerano, Shi Yang Shi, Max Tortora, Anna Billò e Giovanni Benincasa.
Tra le curiosità di questa commedia sorprende anche la partecipazione Jean-Pierre Léaud, nel ruolo di se stesso. «Non è solo un omaggio a Truffaut, autore imprescindibile – spiega Veltroni – è un omaggio anche all’idea di giovinezza e di vita, al desiderio di libertà, viaggio, dubbio del protagonista di “I 400 colpi”, Antoine Doinel».
C’è tempo è prodotto da Palomar in collaborazione con SKY Cinema e Pathé, e uscirà in 250 copie con Vision Distribuzion.

Walter Veltroni in conferenza stampa

Stefano Fresi in conferenza stampa

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