Anche tra la monotonia e il grigiore del quotidiano, si può trovare della poesia. E’ quello che è riuscito a rappresentare Thomas Stuber, regista del film Un valzer tra gli scaffali, tratto da Tratto da un racconto di Clemens Meyer, cosceneggiatore della pellicola.
Un gruppo di lavoratori, uniti da storie di solitudine e dolore, ma anche sogni e speranze, animano questa vicenda ambientata in un ipermercato nella periferia di una cittadina della Germania dell’Est. E’ qui che vediamo Christian (Franz Rogowski) nel suo primo giorno di lavoro.
Timido e riservato, Christian ha un aspetto che non sembra corrispondere all’aggressività dei motivi che ha tatuati sul collo e sulle braccia e che il nuovo camice da scaffalista riesce malamente a coprire; ricordo di un’adolescenza fatta di amicizie sbagliate e di un paio di anni dietro le sbarre.
Eppure il giovane è un bravo ragazzo, e i suoi nuovi colleghi e responsabili non esitano a rendersene presto conto, canzonando bonariamente la sua goffaggine alla guida dei carrelli, ma apprezzando la sua serietà e il suo impegno nel lavoro.
Il primo a farlo è Bruno (Peter Kurth), il suo referente alle Bevande: inizialmente un po’ burbero e diffidente, Bruno prende Christian sotto la sua ala protettrice e, pazientemente, gli insegna a destreggiarsi con il muletto.
E poi ci sono Rudi (Andreas Leupold), il responsabile dell’ipermercato che annuncia i turni della notte con la suite n.3 di Johann Sebastian Bach e che saluta tutti con stretta di mano a fine turno; c’è il pazzo Klaus (Michael Specht), che tutti sbeffeggiano per le sue stranezze, c’è lo sfegatato scacchista Jurgen (Matthias Brenner), la fumatrice incallita Irina, il pragmatico Norbert, preoccupato del fatto che il figlio voglia continuare gli studi, anziché trovarsi un lavoro sicuro. Ma soprattutto c’è Marion (Sandra Hüller), di cui Christian ne rimane immediatamente folgorato.
Sfuggente e misteriosa, per quanto lusingata dai gesti spontanei e inaspettati di Christian, Marion non sembra però ricambiare le stesse attenzioni e guarda il collega unicamente come “il novellino” che ama punzecchiare simpaticamente tra una pausa e l’altra del lavoro.
In realtà Marion non è insensibile ai modi garbati del suo timido corteggiatore, ma è sposata, per di più con un uomo che la maltratta. Ed è forse per questo che la delicatezza di Christian riesce a fare, a poco a poco, breccia nel suo cuore.
Complice la magia del Natale, in una sera di festa, Marion si lascia andare con lui ad attimi di tenerezza, un momento che sembrerebbe preannunciare l’inizio di qualcosa di più.
Invece è un momento apparentemente destinato a durare poco.
Ciò che colpisce sin dall’inizio è il protagonista Franz Rogowski, che per questo film si è aggiudicato il Premio Lola come Miglior Attore del Cinema Tedesco 2018. Il suo personaggio è uomo di poche parole, introverso e malinconico, dal passato difficile, che cerca teneramente di conquistare Marion.
«C’è amore e tragedia al supermercato la dolce Marion, Bruno, Rudi, Irina e Klaus tutti loro, si innalzano al di sopra di loro stessi», spiega il regista. «Ciò che rimane è la consapevolezza che il senso di comunità, il calore e un po’ di felicità sono possibili solamente nei corridoi di questo grande supermercato».
Un valzer tra gli scaffali, che ha vinto il Premio della Giuria Ecumenica al Festival Internazionale di Berlino, oltre ad essere designato “Film della Critica” dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani – SNCCI, uscirà in Italia il 14 febbraio, distribuito da Satine film.
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